PHONOMEDIA, IL LEADER DEI CALL CENTER LASCIA UN ESERCITO DI 7.000 FANTASMI

C’Š chi rimpatria milioni di euro evasi al fisco per anni e chi non vede lo stipendio per mesi. I primi resteranno ignoti, protetti dallo scudo fiscale; i secondi, invece, si conoscono bene. Alla Phonemedia, ad esempio, sono in settemila, un elenco lunghissimo di nomi e cognomi, di lavoratori che da dodici citt… non solo italiane assistono alla lenta agonia della loro azienda; la stessa che fino a pochi mesi fa si definiva sul proprio sito leader in Italia dei servizi di telemarketing e business process outsorcing.UNA VICENDA DI CRISI E SOSPETTIQui gli stipendi si prendevano in due tranches e l’ultimo mezzo salario, quello di settembre, gli operatori di Phonemedia lo hanno ricevuto ai primi di dicembre. Nel frattempo il colosso dei contact center Š diventato un fantasma, nel senso che non c’Š uno stato di crisi dichiarato, non Š stata richiesta la cassa integrazione, non sono state avviate procedure per la mobilit…, eppure il lavoro Š fermo, quasi tutte le sedi sparse per l’Italia sono chiuse, la clientela illustre Š sparita e dei vertici aziendali non si ha notizia, come non se ne hanno delle prospettive e soprattutto dei salari arretrati.A Trino Vercellese abbiamo iniziato lo sciopero a novembre – racconta Roberto Croce, rsu Cgil -; dal 2 dicembre siamo in assemblea permanente e abbiamo attivato un presidio simbolo alle porte del paese dove viviamo a turno ormai da 50 giorni in attesa di novit… che non arrivano. Il presidio Š una tenda messa a disposizione dalla Protezione civile, una cucina da campo offerta dalla pro loco, un bagno chimico. Senza stipendi e quasi sempre con famiglie a carico, ogni giorno bisogna inventarsi qualcosa per finanziare la mobilitazione: Abbiamo due fondi – spiega Croce – : il fondo Tenda verde Š alimentato con quello che riusciamo a guadagnare facendo mercatini e con collette tra partiti e associazioni; nell’altro ci sono i sostegni che otteniamo da istituzioni. Ci compriamo il cibo, paghiamo la benzina per i colleghi che vengono da fuori.La lotta collettiva Š una cosa, le situazioni personali sono altro: Chi lavorava full time, 40 ore a settimana, prendeva poco pi— di mille euro mensili, chi era part time non arrivava a 600 euro. Da gennaio del 2009, tra l’altro, l’azienda aveva iniziato a pagare il salario in due tranches per cui non ti sembra neppure uno stipendio. In queste condizioni e con tre mesi di ritardo nei pagamenti arrivi alla terza settimana del mese, se va bene, e basta nulla a far saltare i conti. Ogni tanto qualcuno scoppia a piangere. Nei casi di maggiore difficolt…, quando il lavoratore Š l’unica fonte di reddito in famiglia o anche il coniuge Š in cassa integrazione, con l’aiuto del Comune, chiediamo alle aziende che forniscono i servizi primari di concedere delle proroghe alle bollette in scadenza.Peggio sta chi ha mutui accesi o ha bisogno di prestiti: In banca – racconta il rappresentante sindacale – ti chiedono: ti hanno licenziato? E tu rispondi no. Sei in cassa integrazione? E rispondi ancora no. Allora ti chiedono le ultime buste paga e tu devi spiegare che non le vedi da mesi.Un aiuto i lavoratori di Trino Vercellese, come i colleghi di Novara e Biella, sperano di averlo dalla legge regionale che ha costituito un fondo a sostegno di 1.200 lavoratori piemontesi che abbiano un ritardo nei pagamenti di almeno tre mensilit…. Le domande si potranno presentare da luned prossimo, ma in questa condizione non ci sono solo gli addetti di Phonemedia. Un altro fondo Š stato stanziato dalla Provincia di Vercelli, mentre il Banco alimentare ha fornito 120 sacchetti con prodotti alimentari.Le prospettive dopo 50 giorni in tenda? Zero – dice laconicamente Roberto Croce – . Circolano anche voci che dicono che la clientela Š persa. Abbiamo chiesto un incontro con il sottosegretario Letta e a fine mese presenteremo l’istanza di insolvenza al tribunale di Novara per chiedere il commissariamento dell’azienda.Quello che intanto i lavoratori Phonemedia vorrebbero subito, per sostenere la loro battaglia, Š una ribalta mediatica, soprattutto televisiva, nazionale. Purtroppo, per•, non hanno una ciminiera sulla quale salire per minacciare gesti estremi: A differenza della vertenza Agile-Eutelia – lamenta Croce – la nostra situazione Š ignorata dalle tv nazionali, malgrado si siano fatte manifestazioni davanti alle sedi Rai e Mediaset. Sembra che settemila famiglie sul lastrico non facciano notizia, ma questa Š una bomba sociale pronta a esplodere.ÿ da repubblica.it

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