In questi giorni, si sta discutendo presso il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali un decreto che render impossibile continuare la pesca del pesce spada. Ormai da quasi due anni, stiamo denunciando l’impossibilit dei pescatori calabresi e meridionali di continuare un mestiere che affonda le radici nella storia del nostro paese. Lo scrivono in una nota Cgil e Flai Cgil nazionali.Cultura e tradizioni che si stanno sacrificando a tutelare la risorsa alieutica – continua la nota – Una condizione condivisibile se trattata in maniera tale, da garantire il rispetto dei diritti e delle tutele di tutti. Invece da anni, in applicazione di regolamenti comunitari e decreti nazionali, di costi eccessivi del carburante, di un costante incremento di importazione di prodotto, di divieti sempre pi costrittivi delle catture, ci troviamo ad affrontare una crisi economica e occupazionale che sta devastando non solo i pescatori calabresi ma l’intero settore in Italia.Sono pi di 2500 i pescatori calabresi che si occupano di pesca del pesce spada – aggiungono Cgil e Flai Cgil – e molti altri, stanno subendo la stessa sorte pur esercitando altri tipi di pesca e altrettante sono le famiglie che trovano in questo mestiere l’unica fonte di reddito. Non pi possibile – afferma il sindacato – considerare prioritario l’aspetto della tutela alieutica trascurando totalmente quello occupazionale e produttivo.Lo stiamo dicendo ormai da troppo tempo, necessario un confronto serio e rispettoso di tutto e di tutti, in un settore come quello della pesca che pu ancora offrire soluzioni utili sotto il profilo occupazionale – conclude la nota del sindacato – Per questo, chiediamo al presidente Letta, in qualit di ministro dell’ Agricoltura, l’apertura di un tavolo di confronto che partendo dai problemi della regione Calabria, affronti in maniera risolutiva i problemi dei pescatori italiani. da www.rassegna.it,
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