Perini Navi Viareggio, non permetteremo speculazioni sulle spalle dei lavoratori

Saltato l’incontro che era previsto in data odierna tra l’azienda Perini Navi e le
Organizzazioni Sindacali riguardo la presentazione del piano industriale. Questo segna un
ulteriore arretramento rispetto ad un quadro già grave e preoccupante.
Il rischio concreto per quanto riguarda Perini Navi è che la Due Diligence in corso con il
fondo Blue Skye non porti da nessuna parte, sia perché potrebbero non riuscire a rispettare i
tempi previsti dal Tribunale di Lucca (4 novembre) per la presentazione del piano di
ristrutturazione del debito, sia perché il piano industriale potrebbe essere irricevibile e
trovare una ferma opposizione sindacale.
Perini Navi è una eccellenza italiana nel mondo e deve trovare una soluzione industriale che
sia fondata. Se l’azienda tentasse operazioni di cessioni di porzioni di azienda, o di altra
natura, che non hanno niente a che vedere con una tenuta industriale di prospettiva e si
potrebbero attestare solo come operazioni finanziarie privatistiche, abbiamo il dovere di
impedirglielo.
Il cantiere è fermo da mesi e rischia, nel migliore dei casi, ulteriori periodi di blocco
produttivo. Si è già venuto a creare un grave problema occupazionale che non riguarda solo
i dipendenti del cantiere, ma anche i centinaia di lavoratori delle molte ditte in appalto.
Continuiamo a registrare fondati interessi imprenditoriali riguardo l’acquisizione
complessiva dell’azienda, ma la Perini continuerà ad avere una prospettiva industriale ed un
interesse se si tiene assieme il cantiere di Viareggio e quello di La Spezia.
Per questi motivi, si rende più che mai necessario che venga aperto un tavolo Regionale,
coinvolgendo le Istituzioni a tutti i livelli ed in particolare modo le Autorità Portuali di
Viareggio e di La Spezia, al fine di vincolare le concessioni demaniali rispetto a piani
industriali concreti che guardino al progresso futuro e anche all’ interesse della collettività,
ben sapendo che le concessioni vanno subordinate a criteri di sostenibilità sociale.
In un mondo che cambia ci vuole anche da parte Istituzionale più coraggio rispetto al bene
pubblico, in modo da non permettere a nessuno di poter fare speculazioni.
Massimo Braccini, segretario generale FIOM Toscana

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