Perini navi, interesse importanti compagini industriali esiste, ma resta rischio ulteriore asta deserta

Il fallimento di Perini Navi evidenzia uno stato passivo molto pesante, con gravi
responsabilità di chi ha portato l’azienda in questa situazione e l’ha trascinata avanti nel
tempo. Tuttavia, non si può solo assistere ad aste per la vendita che rischiano ulteriormente
di andare deserte, perché più il tempo passa e più é difficile riprendere la produzione e
rilanciare l’azienda.
Rimettere in moto un’ impresa è un’operazione complessa, che richiede ulteriormente
tempo, ed i piani delle imprese che si erano mostrate già pronte a rilevare l’azienda vanno
aggiornati.
Questo processo va accelerato, gli interessi di cantieri nautici che risultano tra i più
importanti al mondo permangono, ma non può essere solo fatta una valutazione economica.
Vanno esaminati i piani industriali, gli investimenti, l’organizzazione del lavoro ed i tempi
della ripresa produttiva a regime. Nelle aree Perini di Viareggio e La Spezia, a seconda dei
piani industriali, possono lavorarci centinaia di persone in più o in meno, sia dipendenti che
dell’indotto, e quindi ci deve essere una valutazione sindacale ed istituzionale.
Di fronte a questa importante azienda fallita, la prima al mondo nel suo genere, si registra
troppo silenzio Istituzionale. In passato abbiamo gestito con successo tanti difficili
fallimenti ed a Viareggio, come nelle altre città della costa, siamo stati capaci di
accompagnare tutto il processo della transizione dai cantieri mercantili a quelli Nautici,
salvaguardando tutta l’occupazione e le professionalità.
Questo processo che ha portato la nautica toscana ad essere un riferimento mondiale, con i
suoi attuali 15.000 addetti complessivi, non è avvenuto per caso, ma é stato frutto di un
lungo lavoro sindacale ed istituzionale fatto di analisi, valutazioni, studi, riunioni, passaggi a
più riprese di consigli comunali ( aperti) e regionali.
Sarebbe necessario riprendere questa via e fare un riesame complessivo del settore se
vogliamo dargli una vera prospettiva, perché nel frattempo ha preso piega un modello
produttivo distorto, con gravi condizioni di sfruttamento dei lavoratori. Le aziende risiedono
sul demanio pubblico, e le Istituzioni hanno tutto il potere di intervento diretto sul settore.
Va definito con le Istituzioni e le imprese un protocollo riguardo lo sviluppo e la
valorizzazione della nautica in Toscana, la tutela del lavoro e la buona occupazione se
vogliamo provare a dare un indirizzo di prospettiva, perché questo rischia di essere uno
sviluppo effimero, ben sapendo che non ci può essere nessuna modernizzazione se fatta
contro i lavoratori.
Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana

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