Patto Governo-sindacati per il pubblico impiego: riforma, smart working e concorsi

Fissare i criteri per una riforma della pubblica amministrazione che dovrà puntare a un miglioramento dei servizi per i cittadini, alla riconversione delle abilità e delle competenze del personale attraverso innovazione, digitalizzazione, formazione, apertura di nuovi spazi per la contrattazione e forme innovative di partecipazione dei lavoratori. Sarebbe questo, secondo quanto si apprende, uno degli obiettivi indicati nel “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale” che sarà firmato mercoledì 10 a Palazzo Chigi alla presenza del presidente del consiglio, Mario Draghi, del ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, e dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
Il protocollo tra Governo e sindacati dovrebbe accennare anche a novità sugli inquadramenti e alla rimozione dei tetti ai trattamenti economici accessori, estendendo così al lavoro pubblico le medesime misure di detassazione della produttività previste da anni per il lavoro privato. Inoltre, un altro degli obiettivi sarebbe quello di regolamentare lo smart working per via contrattuale, da tempo chiesto dalle tre confederazioni.
Secondo i dati dell’osservatorio smart working del Politecnico di Milano, durante l’emergenza sanitaria il 94% delle pubbliche amministrazioni ha consentito ai propri dipendenti di lavorare da remoto. Si stima che abbiamo lavoratori con questa modalità circa 1,85 milioni di statali.
La riforma della pubblica amministrazione sarà uno dei punti del recovery plan, come ha anche ricordato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso della sua prima audizione nelle commissioni riunite Bilancio, finanze e politiche Ue di Camera e Senato. Intanto il ministro Brunetta ha riferito all’Anci che “bisogna abbandonare l’epoca dei blocchi del turnover, dei tetti riferiti a indicatori anacronistici, delle rigidità contrattuali” e “agire subito, entro le prossime settimane, su tre fronti: sbloccare i concorsi e le procedure già avviate, modificare strutturalmente i sistemi di reclutamento nella pubblica amministrazione e prevedere percorsi specifici per selezionare gli specialisti destinati all’attuazione degli investimenti del recovery”. Le parole d’ordine dovranno essere semplificare e accelerare.
da ildiariodellavoro.it

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