La riorganizzazione dei servizi pubblici preoccupa la Cgil e i mille lavoratori che operano nel settore. Da una parte c` la riduzione degli Ato per i rifiuti a tre soggetti (la gara per l`ambito Toscana Centro, del quale fa parte anche il circondario e alla quale ha partecipato anche Publiambiente, terminata ed entro la fine dell`anno saranno aperte le buste con le offerte economiche) e dall`altra il passaggio ad un gestore unico per l`acqua (anche se per ora rimangono in piedi le sei societ attive nel passato, compresa Acque Spa che opera nell`Empolese Valdelsa). La confusione grande e pone grossi quesiti sia sugli assetti futuri dei servizi che sulla tenuta occupazionale all`interno delle partecipate. ®Ci che ci lascia irrequieti il fatto che nessuno in questa fase sta parlando chiaro – attacca Rossano Rossi, segre- tario della Camera del lavoro sui rifiuti siamo in palese ritardo, mentre sull`acqua ci sono voci e anche qualche episodio concreto che fanno pensare ad un`aggregazione che svincoli dalla gestione regionale del servizio. Noi siamo favorevoli alla razionalizzazione delle aziende pubbliche, ma la testa deve rimanere sul territorio. Solo cos sar possibile tutelare i lavoratori e garantire il controllo pubblico sui servizi¯. Il riferimento all`ingresso di Acea come unico gestore del servizio idrico in Toscana e Umbria. ®Un`operazione questa che di certo allontanerebbe il centro decisionale dal territorio – continua Rossi – e che ad oggi non fa chiarezza su qualit del servizio, ricadute occupazionali e modalit di costituzione della nuova aggregazione. Questa per solo una parte del problema, perch nel frattempo questa fase di riorganizzazione sta provocando disagi grossi a chi lavora nei servizi¯.La denuncia del sindacato riguarda le condizioni di lavoro e anche l`impiego considerato scorretto di manodopera interinale e precaria all`interno delle varie aziende partecipate. ®Ad esempio dentro Le Soluzioni, che gestisce il servizio di call center, sui 111 lavoratori solo 64 sono dipendenti con contratto a tempo indeterminato e 47 sono interinali – spiega Salvatore D`Amico, referente della Slc Cgil – e pensare che la percentuale massima sarebbe del 15%. Questo crea un aggravio dei costi e alimenta una pratica sbagliata: visto che il lavoro nel call center usurante, si preferisce spremere dei giovani per pochi mesi per poi rimpiazzarli con altri. Inoltre vorremmo sapere quali sono le garanzie per i lavoratori in questo processo di aggregazione. Noi abbiamo chiesto una clausola di salvaguardia che per ancora non prevista¯. Stessa accusa mossa anche da Beatrice Ciofi, della Fp Cgil, per quanto riguarda Publiam- biente. ®Il ricorso a interinali sta diventando esasperato – dice – si fanno contratti anche di una settimana e spesso il lavoro diventa quasi a chiamata: si avverte il lavoratore alle sei della mattina per entrare alle 13. Tra l`altro in questi giorni stanno arrivando le buste paga ai lavoratori e quest`anno non stata riconosciuta la detassazione dei premi di produttivit al 10%¯. Ma le denunce non si fermano a questo. ®Molti dei lavori svolti all`interno di queste aziende – conclude Rossano Rossi – sono fortemente usuranti e in questi ultimi anni ci sono decine di casi di infortuni e soprattutto malattie professionali, per ridurre le quali non si sta facendo niente. I servizi pubblici locali, che erano un fiore all`occhiello, stanno prendendo la strada per l`inferno. Non vedo altro modo per definire un settore dove le relazioni sindacali sono inesistenti, il lavoro precario supera persino i limiti fissati dai contratti e le condizioni di lavoro hanno effetti cos gravi sui dipendenti¯. Fonte Il TirrenoPontedera-Empoli [di Marco Pagli]
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