Pace e lavoro, Cgil ricevuta in Vaticano. Il Papa: “Siate la voce di chi non l’ha”

Pace e lavoro, Cgil ricevuta in Vaticano (presente una delegazione di Cgil dalla Toscana). Il Papa: “Siate la voce di chi non l’ha”. Cinquemila delegati, attivisti e dirigenti in udienza da Bergoglio: “Preoccupato per la sicurezza e per lo sfruttamento. Siate sentinelle del mondo del lavoro”. Landini: “Grande consonanza sui problemi, sulle preoccupazioni che oggi travagliano l’umanità e il mondo

Per la prima volta, oggi, 5 mila tra delegati, attivisti e dirigenti Cgil (tra cui una delegazione Cgil dalla Toscana) hanno varcato le porte del Vaticano per essere ricevuti in udienza dal Papa. Un incontro che segue la grande manifestazione per la pace del 5 novembre scorso a piazza San Giovanni a Roma, dove al fianco del sindacato hanno sfilato decine di associazioni – laiche e cattoliche – unite per dire no a tutte le guerre e per chiedere più diplomazia e meno armi nella risoluzione del conflitto in Ucraina.

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Le parole di Papa Francesco (clicca QUI per il discorso integrale)

“Lavorare permette alle persone di essere se stesse e di migliorare il mondo” ha detto Papa Francesco alla Cgil: “Il lavoro costruisce la società, è un’esperienza primaria di cittadinanza, che crea comunità. È molto più della somma delle diverse professionalità, perché genera una relazione con gli altri e per gli altri”. Il lavoro tesse infatti il “tessuto della democrazia”, attraverso “l’operatività creativa che si sviluppa nei luoghi di lavoro”, viene dal basso, “dalla realtà”.
Per il Santo Padre il compito del sindacato è quindi quello di “educare al senso del lavoro, promuovendo una fraternità trai lavoratori”, che è il “sale di un’economia sana”, capace cioè di “rendere migliore il mondo”, perché “rinunciare a investire sulle persone è un pessimo affare per la società”.
Tra le storture dell’attuale mondo del lavoro, per Bergoglio c’è “la cultura dello scarto”, che ha invaso il mondo del lavoro, “là dove la dignità umana viene calpestata dalle discriminazioni di genere”, dal precariato giovanile, nella cultura dell’esubero, perché i lavori più usuranti sono poco tutelati.
Il Papa si è poi detto preoccupato per la sicurezza sul lavoro e per lo sfruttamento delle persone, “come se fossero macchine da prestazione”. Ha così aggiunto: “Ci sono forme violente, come il caporalato e la schiavitù, la costrizione a turni massacranti, il gioco al ribasso nei contratti, il disprezzo della maternità, il conflitto tra lavoro e famiglia. Quante contraddizioni e quante guerre tra poveri si consumano intorno al lavoro”. Bergoglio, inoltre, ha rimarcato che “negli ultimi anni sono aumentati i cosiddetti ‘lavoratori poveri’: persone che, pur avendo un lavoro, non riescono a mantenere le loro famiglie e a dare speranza per il futuro”.
Il sindacato è quindi chiamato a essere “voce di chi non ha voce”, in particolare per i giovani. “Cari amici – ha concluso -, vi invito a essere ‘sentinelle’ del mondo del lavoro, generando alleanze e non contrapposizioni sterili. La gente ha sete di pace, soprattutto in questo momento storico, e il contributo di tutti è fondamentale”.

Il saluto di Maurizio Landini (clicca QUI per il discorso integrale)

Il segretario generale Cgil Maurizio Landini ha portato in apertura i saluti della Cgil, ricordando la volontà di essere “un sindacato di strada per affermare i diritti della persona nei luoghi di lavoro e nel territorio”.
“Ci rivolgiamo a lei – ha continuato Landini – perché abbiamo trovato una grande consonanza sui problemi, sulle preoccupazioni che oggi travagliano l’umanità e il mondo. La sua costante ricerca del dialogo tra diversi, l’invito alla fratellanza e del prendersi cura degli altri sono la condizione per realizzare, qui e ora, quella rivoluzione culturale e quella trasformazione sociale di cui anche noi avvertiamo il bisogno per dare un futuro al nostro pianeta”.
Il segretario Cgil ha rimarcato “la volontà comune di essere costruttori di pace e di mettere fine a una guerra, causata dalla grave invasione russa”. Un conflitto che si aggiunge “a quelli in corso da tempo in Africa, Medio Oriente e America Latina. Una situazione che pone l’accoglienza e la solidarietà al centro, “necessarie tanto più oggi, quando crescono le disuguaglianze basate sul reddito e sulle quantità di ricchezza, ma anche sulla qualità della vita, sull’accessibilità alle risorse naturali, terra, cibo, acqua, sulla possibilità di difendersi dai disastri ambientali”.
Nel discorso di Landini entra poi la centralità del lavoro, “inteso come realizzazione e dignità della persona”, in un’epoca in cui “si calpestano i diritti e la dignità d’intere generazioni, e la precarietà diventa un eterno presente”. Un’epoca, inoltre, in cui si continua a morire sul lavoro: “una vera e propria strage che va fermata”.
Infine, il segretario Cgil ha messo in evidenza “l’impegno comune e il percorso che possiamo fare insieme, laici e cattolici, per cambiare una società fondata sulla competizione, l’egoismo, lo sfruttamento, le tante forme di solitudine, per affermare invece il valore dell’eguaglianza, della differenza di genere, della fratellanza e del riconoscimento delle diversità quale fondamento dell’eguaglianza stessa. Oggi abbiamo bisogno di costituirci in un ‘noi’ che abita la ‘casa’ comune”.

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