ORARI LIBERI DEI NEGOZI COLPISCONO I PICCOLI E I DEBOLI

Ieri, di nuovo, migliaia di lavoratrici e di lavoratori non hanno potuto godere della libert? di festeggiare la domenica. Per queste persone tutti i giorni si sono fatti lavorativi. Tutti uguali: domeniche, festivi, notti, tant?? che Federdistribuzione, l?associazione che rappresenta le catene della grande distribuzione, ha gi? avvisato che non intende pi? pagare le maggiorazioni a chi lavora nei festivi. Dal loro punto di vista non fa una grinza: se la domenica ? un giorno di lavoro come gli altri, perch? pagarla di pi??! Ma se ? cos, perch? le scuole sono chiuse, c?? meno offerta di trasporto pubblico, non ci sono i nidi e gli asili per i bambini? C?? da chiedersi se tale interrogativo se lo siano posto quegli amministratori che anche in Toscana hanno entusiasticamente salutato queste novit?. Certo, avranno pensato di emulare qualche paese europeo, ma c?? da chiedersi quale, dal momento che il nord Europa, dalla Germania all?Olanda passando per la Francia e per il Belgio, si guardano bene, nell?organizzazione degli orari commerciali, di creare un caos di queste dimensioni. Il nostro caos ? stato generato in casa nostra. In verit? tutti quanti oggi guarderanno al successo degli incassi. Ma per valutarne la reale dimensione si dovr? pesare anche ci? che accadr? nei giorni e nei mesi a venire, quali costi sociali si determineranno e quale disagio deriver? alle persone e alle famiglie dei 400.000 che in Toscana lavorano in questo settore. Perch? se il Paese si impoverisce e i redditi crollano non ? tenendo pi? aperto che si rilancer? la crescita e si tuteler? il commercio e quei nuovi disagi sociali li pagheranno i deboli e i piccoli. Ma allora c?? da chiedersi: se queste liberalizzazioni dovevano colpire il privilegio dei forti, com?? che i primi a pagare il conto sono i pi? deboli? Non sarebbe utile, dopo l?ubriacatura del far west, giungere a regole che diano una mano a un commercio sostenibile vicino a cittadini e lavoratori?Noi continueremo a provarci.P.S.: la Grecia brucia, l?Europa vacilla. La ricetta imposta al popolo ellenico ? un atto irresponsabile pari a quello di chi l?ha condotta in queste condizioni. Oltre a ci? va detto che la ricetta somiglia maledettamente a quella che il governo Berlusconi accett? per l?Italia e che oggi il governo Monti deve onorare. Ieri persino uno speculatore come Soros ha ammonito la Merkel da quella ricetta e che le sue pretese possano avere lo stesso effetto di analoghe scelte fatte negli USA prima della Grande Depressione del 1929. Si rischia una recessione senza precedenti se si continua a misurare la nostra resistenza contro un muro di mattoni pieni. Sarebbe il momento di cambiare qualcosa prima di rompersi la testa.

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