Operazione Blu Mais: rifiuti nocivi e inquinanti nel cuore della Toscana. La condanna e l’appello della Cgil

La Procura di Firenze insieme alle Forze dell’ordine ha proceduto a 4 arresti per smaltimento illecito di rifiuti speciali da prodotti conciari nel distretto di Santa Croce sull’Arno. Un’operazione importante che ha messo in luce lo sversamento su 150 ettari di terreni agricoli, tra Pisa e Firenze, di 24.000 tonnellate di rifiuti speciali contenenti sostanze nocive e inquinanti, con presenza di cromo e idrocarburi fino a venti volte pi del consentito.E’ emerso ci˜ che non avremmo mai voluto vedere nei nostri territori e che improvvisamente sono apparsi cos“ vicini ad altri territori del nostro Paese in cui l’inquinamento da rifiuti speciali  purtroppo la norma.Siamo di fronte nuovamente a fenomeni illegali nel distretto di Santa Croce sull’Arno che, invece, deve alzare forte la propria voce in tutte le sue componenti contro fenomeni illegali che inquinano, in tutti i sensi, le attivitˆ produttive.Se da un lato le indagini della magistratura dovranno fare il loro corso, dall’altro dovrˆ essere tutto il territorio a fare quadrato per impedire il ripetersi di questi fenomeni a tutto danno dell’economia sana e rispettosa della legalitˆ e delle regole sul lavoro.La condanna e la vigilanza delle forze imprenditoriali, sociali e istituzionali e la capacitˆ di tenuta del territorio sono fondamentali ancor prima della veritˆ giudiziaria per evitare che la crisi attuale rappresenti un’occasione propizia per ulteriori fenomeni illegali.MAURO FUSOSegretario Generale Cgil PisaRifiuti speciali tra granturco, indagini su danni a alimentiL’indagine ‘Blu Mais’, che ha portato all’arresto di tre amministratori di un consorzio di gestione dei rifiuti del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno (Pisa) e di un agricoltore per utilizzo di rifiuti speciali come concimanti, prosegue per valutare se gli elementi trovati nei terreni contaminati – coltivati a granturco e girasole – abbiano o meno alterato le caratteristiche organolettiche delle produzioni e, quindi, provocato rischi per l’alimentazione. E’ frutto di quattro anni di lavoro e sono la prosecuzione di un’altra inchiesta del 2014 legata allo spargimento di fanghi in agricoltura. Anche all’epoca, si apprende da fonti investigative, fu scoperta un’attivitˆ nel Comprensorio del Cuoio di utilizzo di cromo esavalente e idrocarburi nei terreni coltivati specialmente per la produzione di mais e cereali. Da quell’operazione  partito poi un nuovo filone di inchiesta avviato dalla polizia provinciale di Firenze e che ha impegnato anche carabinieri forestali e polizia municipale. Sono stati fatti accertamenti sui terreni che hanno coinvolto Arpat e i periti della Procura di Firenze. (ANSA).

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