Operaio Piaggio, meno male siamo ripartiti Ritorno in fabbrica tra nebulizzatori, mascherina e bibite
C’era davvero bisogno di tornare al lavoro, perch un segnale in pi dal quale tutti possiamo comprendere che ci stiamo riprendendo un pezzetto alla volta la nostra libert”. Graziano Barsotti, 58 anni, operaio della linea 5 della Piaggio di Pontedera (Pisa), quella dove si produce la Vespa Gtv, stamani rientrato in fabbrica dopo il lockdown per fronteggiare l’epidemia da coronavirus e ammette: “E’ stato un po’ come tornare al primo giorno di lavoro”. L’angoscia della crisi e della cassa integrazione che rende incerto il futuro, insieme alla paura del contagio, “anche se – spiega – io e mia moglie, anche lei piaggista, siamo pi fortunati di tanti altri amici e conoscenti che non sanno se il lavoro ce l’hanno ancora oppure no per colpa di questo virus. La Piaggio un’azienda grossa e io non ho avuto paura di restare disoccupato, anche se la cassa integrazione non basta a far quadrare fino in fondo i conti dell’economia domestica”. Incertezza e paura sono sentimenti diffusi in gran parte d’Italia e anche nell’indotto Piaggio in Valdera dove ci sono imprese pi piccole che hanno sofferto e ancora soffrono il lungo stop: “Conosco persone – dice Barsotti – che ancora non sanno se e quando torneranno a lavorare. Qui l’azienda invece si ben organizzata e lavoriamo in sicurezza”. La fine di ogni turno di lavoro arriva dieci minuti prima, racconta l’operaio, “per consentire a un nebulizzatore di sanificare la linea di produzione, cos i colleghi del turno successivo lavorano su macchinari perfettamente puliti”. “Tra una postazione e l’altra – aggiunge – c’ la distanza di un metro e all’ingresso in portineria ci viene misurata la febbre e danno i dispositivi di protezione: guanti e mascherine. Anche in mensa l’organizzazione ottima. E’ assicurato il distanziamento sociale di 1,8 metri e sono state montate paratie sui tavoli che proteggono ulteriormente i lavoratori. Inoltre nei reparti durante il turno gli addetti alla mensa passano con un carrello di cibi e bevande”. L’unico fastidio quello rappresentato proprio dalla mascherina: “Indossiamo le mascherine Ffp2 e dobbiamo farci ancora l’abitudine – conclude Barsotti – ma sappiamo che servono per la nostra salute anche se caldo e il sudore rendono un po’ pi complicata la respirazione. La situazione migliorer senz’altro quando sar possibile accendere l’aria condizionata”. (di Gabriele Masiero) (ANSA)”