Inail: Gen-Dic 2021 Toscana, aumentano Malattie Professionali ed infortuni (63 i mortali) In Italia 1.221 vittime del lavoro

Sono state 42.935 le denuncie di infortunio sul lavoro nel corso del 2021 (+ 2.261 su 2020). La provincia con più infortuni Firenze (11.995), quella con meno Prato (2.207). Gli infortuni hanno colpito 26.697 uomini e 16.238 donne. La fascia d’età con più infortuni quella 50-54 anni (5.933). Ben 331 gli over 70 infortunati.

Sono stati 63 gli infortuni con esito mortale (= 2020), 48 in occasione lavoro e 15 in itinere. Le donne morte sul lavoro sono state 11, 52 gli uomini.
La provincia con più morti Firenze (14), quella con meno Grosseto (2).
Dei 63 che hanno perso la vita lavorando 52 erano italiani, 3 cittadini europei e 8 extraUe.

In crescità netta le malattie professionali nel corso del 2021. Sono state 8.109 (+1.294 su 2020), denunce arrivate da 5.637 maschi e 2.472 donne. Cittadini/e italiani/e (7.391), della Ue (245) e extraUe (473).
La provincia con più denunce Lucca (1.938), quella con meno Prato (178).
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Tabelle_regionali_cadenza_mensile_Dic_2021_Toscana Tabelle_regionali_MP_cadenza_mensile_Dic_2021_Toscana
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ITALIA
Lavoro, Inail: +0,2% infortuni nel 2021, morti 1.221, in calo del 3,9% su 2020

Nel periodo gennaio-dicembre 2021 c’è stato un lieve aumento delle denunce di infortunio, un calo di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali. Lo comunica l’Inail precisando che il confronto con l’anno precedente richiede “molta prudenza” a causa del coronavirus che ha “fortemente condizionato” l’andamento infortunistico del 2020.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all`istituto nel 2021 sono state 555.236 (+0,2% rispetto al 2020), 1.221 delle quali con esito mortale (-3,9%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 55.288 (+22,8%).

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di dicembre sono state 555.236. Sono 896 in più (+0,2% contro il +2,1% della rilevazione al 30 novembre) rispetto alle 554.340 del 2020, sintesi di un decremento nel trimestre gennaio-marzo (-11%), di un incremento nel semestre aprile-settembre (+21%) e di un nuovo calo nel trimestre ottobre-dicembre (-16%), nel confronto tra i due anni.

I dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un aumento degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+29,2% da 62.217 a 80.389 casi), che sono diminuiti del 32% nel primo bimestre del 2021 e aumentati del 50% nel periodo marzo-dicembre (complice il massiccio ricorso allo smart working nell`anno 2020, a partire proprio dal mese di marzo), e un decremento del 3,5% (da 492.123 a 474.847) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, calati dell’11% nel primo trimestre 2021, aumentati del 18% nel semestre aprile-settembre e calati di nuovo nel trimestre ottobre-dicembre (-22%).

Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-9,2%), al contrario del Nord-Est (+6,4%), del Centro (+5,2%), delle Isole (+4,8%) e del Sud (+0,1%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali in tutte quelle dell`area Nord-Ovest, a cui si aggiungono la Provincia autonoma di Trento, la Campania e la Puglia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Molise, Umbria e Calabria.

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nel 2021 sono state 1.221, 49 in meno rispetto alle 1.270 registrate nel 2020 (-3,9%). Il confronto tra il 2020 e il 2021 degli open data mensili, come detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali, più di quelli delle denunce in complesso, risentono di una maggiore provvisorietà anche in conseguenza della pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare tempestivamente alcune tardive denunce mortali da contagio. A livello nazionale i dati rilevati al 31 dicembre di ciascun anno evidenziano, pur nella provvisorietà dei numeri, un aumento solo dei decessi avvenuti in itinere, passati dai 214 casi del 2020 ai 248 del 2021 (+15,9%), mentre quelli in occasione di lavoro sono diminuiti del 7,9% (da 1.056 a 973).

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Il rischio di morte, regione per regione da gennaio a dicembre 2021. Dalla zona rossa alla zona bianca*.

“Il 2021 si chiude con un tragico bilancio per le morti sul lavoro. Sono 1221 le vittime. E, purtroppo, siamo consapevoli come in questo drammatico bilancio restino fuori molti altri decessi. Quelli che appartengono all’economia sommersa e tutti i lavoratori che non sono assicurati Inail. Ma, come teniamo sempre a precisare, i numeri non definiscono l’emergenza nel Paese. È infatti l’indice di incidenza della mortalità – cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa, che a livello nazionale nel 2021 è pari 42,5 infortuni mortali ogni milione di occupati – a descrivere correttamente e obiettivamente l’emergenza, regione per regione. Ed è così che la Lombardia – che conta il maggior numero di vittime in Italia, ma anche il maggior numero di persone occupate – è anche quella più sicura, perché l’incidenza di mortalità, pari a 26,3, è la più bassa d’Italia”.

A finire in zona rossa al termine del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 42,5 morti ogni milione di lavoratori) sono: Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo e Valle D’Aosta.

In Zona Arancione: Trentino Alto Adige, Piemonte, Marche, Friuli Venezia Giulia, Liguria ed Emilia Romagna.

In Zona Gialla: Lazio, Sicilia, Veneto e Sardegna.

In Zona Bianca: Lombardia, Toscana e Calabria.

I numeri assoluti delle morti sul lavoro in Italia da gennaio a dicembre 2021

Numeri assoluti e incidenze producono graduatorie differenti. E infatti la classifica cambia. Tant’è che a guidare la classifica del maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la Lombardia (116). Seguono: Campania (111), Piemonte (92), Lazio ed Emilia Romagna (85), Veneto (78), Puglia (75), Toscana(48 [+15 in itinere]), Sicilia (48), Abruzzo (38), Marche e Liguria (28), Friuli Venezia Giulia (27), Trentino Alto Adige (24), Umbria (23), Sardegna (19), Basilicata (16), Molise (15), Calabria (14) e Valle D’Aosta (3).

Nel 2021 sono 1.221 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 973 (– 8 % rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 248 (+ 16 % rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere.
A fine 2020 le vittime totali erano 1.270 (49 in più del 2021), ma il confronto tra i due anni deve tener conto del contributo dato dagli infortuni mortali connessi con il COVID19, che si possono stimare in circa il doppio nel 2020 rispetto al 2021.

Ed è il settore delle Costruzioni quello che nel 2021 ha fatto più vittime in occasione di lavoro: sono 127. Seguono: Attività Manifatturiere (109), Trasporto e Magazzinaggio (97), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (78).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (674 su un totale di 973). Ma anche qui, valutando il dato rispetto al numero di occupati per fascia di età, si scopre che è più a rischio il lavoratore over 65, con un’incidenza di mortalità del 155,6, mentre tra i 55 e i 64 anni l’incidenza scende a 82, tra i 45 e i 54 anni a 42,2 e tra i 35 e 44 anni a 20,2. L’incidenza di mortalità minima è nella fascia di età tra 25 e 34 anni, pari a 13, mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 27,3 infortuni mortali ogni milione di
occupati. Questo dimostra che le fasce di età dei più giovani e, soprattutto dei più anziani, sono quelle più a rischio di infortunio mortale. Aspetto da tenere in considerazione vista la propensione del legislatore di posticipare l’età di pensionamento.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel 2021 sono 91 su 973 (quasi il 10% delle vittime)

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a dicembre del 2021 sono 144 (circa il 15% del totale).

Il lunedì il giorno nero del 2021. È il primo giorno della settimana quello in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali.

Le denunce di infortunio totali sono lieve aumento (+0,2 %). Nel 2021: sono 555.236. Erano 554.340 a fine 2020.

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nel 2021 sono state 200.557, quelle dei colleghi uomini 354.679.
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*La pandemia ci insegnato che i colori possono raccontare l’emergenza in modo più semplice ed efficace. Per questo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre ha deciso di utilizzare gli stessi colori per descrivere in modo più leggibile e incisivo le tragedie che si consumano nella quotidianità lavorativa. Si tratta, dunque, di una zonizzazione sulla base della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, parametrata su un’incidenza media nazionale (Im=42,5).

Elaborazione Vega Engineering
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Incidenze-Morti-Lavoro-Province-Osservatorio-Sicurezza-Lavoro-Vega-Engineering-31-12-21-4

Statistiche-Infortuni-sul-lavoro-Lavoro-Osservatorio-Sicurezza-Vega-Engineering-31-12-12-1

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