Oltre 1mln in meno di contratti a tempo nel privato. Istat, in ripresa fatturato industria, a luglio +8,1%.

Al 30 giugno 2020 si registrano 578 mila posizioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Il calo è dovuto a una diminuzione di 1 milione 567 mila attivazioni di rapporto di lavoro dipendente (- 362 mila a tempo indeterminato e – 1 milione 205 mila a termine) e un calo di 988 mila cessazioni (- 207 mila a tempo indeterminato e – 781 mila a termine). Sono i dati diffusi dall’Istat, ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Inps, Inail e Anpal che hanno pubblicato la Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione del secondo trimestre 2020.

Istat, a luglio il fatturato cresce dell’8,1% e gli ordini del 3,7%
A luglio il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenta dell’8,1% in termini congiunturali, proseguendo la dinamica positiva registrata nei due mesi precedenti. Anche gli ordinativi registrano a luglio un incremento congiunturale, sebbene meno ampio del fatturato (+ 3,7%). Lo ha reso noto l’Istat.
Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 23 come a luglio 2019), il fatturato totale dimuisce in termini tendenziali dell’8,1%, con cali del 6,3% per il mercato interno e dell’11,4% per quello estero.
In termini tendenziali l’indice grezzo degli ordinativi diminuisce del 7,2%, con riduzioni su entrambi i mercati (- 7,0% quello interno e – 7,4% quello estero. Nella media degli ultimi tre mesi l’indice complessivo cresce dell’11,1% rispetto ai tre mesi precedenti. Gli ordinativi, nella media degli ultimi tre mesi, aumentano del 14,8% rispetto rispetto ai tre mesi precedenti.
La variazione congiunturale del fatturato riflette risultati positivi registrati su entrambi i mercati: + 9% quello interno e + 6,5% quello estero; per gli ordinativi, invece, la crescita è sostenuta soprattutto dalle commesse provenienti dal mercato estero, che segnano un aumento del 7,4%, mentre l’incremento di quelle provenienti dal mercato interno si attesta su un modesto + 1,3%.
Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a luglio gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali diffusi in tutti i comparti, molto ampi per l’energia e per i beni strumentali (rispettivamente + 21,8% e + 20,6%) e più contenuti per i beni intermedi e i beni di consumo (rispettivamente + 3,1% e + 1,6%).
Rispetto al luglio dello scorso anno per il fatturato si registra una variazione positiva (+ 7,1%) solo per il settore estrattivo. Con riferimento al comparto manufatturiero, invece, il settore dei computer e dell’elettronica rimane pressoché stabile (- 0,1%), mentre per tutti gli altri comparti si rilevano risultati negativi, dalla flessione dell’1,0% dell’industria delle apparecchiature elettriche e non, fino ai cali molto più ampi dell’industria tessile e dell’abbigliamento (- 21,1%) e delle raffinerie di petrolio (- 32,2%).
In termini tendenziali, guardando agli ordini, tutti i settori registrano risultati negativi, dalla flessione dell’1,0% dell’industria di macchinari e attrezzature e delle apparecchiature elettriche e non, ai cali di intensità molto più marcata dell’industria dei computer e dell’elettronica (- 15,6%) e di quella tessile e dell’abbigliamento (- 17,8%).
“Prosegue la ripresa del fatturato dell’industria che, al netto dei fattori stagionali, segna risultati positivi sia nel confronto con il mese precedente, sia su base trimestrale. L’incremento – è il commento dell’Istat – è diffuso a tutti i principali raggruppamenti di industrie, ad eccezione di quello dell’energia, per il quale la variazione su base trimestrale rimane ancora negativa”.
Anche al netto della componente di prezzo, “il settore manifatturiero registra un aumento congiunturale sia su base mensile sia su base trimestrale. La crescita registrata negli ultimi tre mesi riduce il gap rispetto ai livelli precedenti l’adozione delle misure di contenimento della pandemia, che tuttavia permane ancora ampio (- 7,7% rispetto a febbraio, al netto della stagionalità)”.

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