O SI CAMBIA O SI VA GIU NON SI PUO FARE CASSA SUI PIU POVERI

Per tempo, e spesso inascoltati, abbiamo denunciato la gravit? della situazione del Paese. Senza esitazione abbiamo salutato come una discontinuit? la nascita del nuovo Esecutivo. Il fatto che non sia il governo dei peggiori a dare soluzione ai problemi che ha generato rappresenta un fatto positivo. Cos come rassicurano il rigore e l’irreprensibilit? delle persone che compongono il nuovo governo, a partire dal Presidente del Consiglio Professor Monti. I propositi annunciati all’atto dell’insediamento, dichiarando di voler raggiungere l’obbiettivo del risanamento dei conti pubblici, unitamente a quello della crescita e dell’equit?, rappresentavano una novit? positiva. Per tutto questo il nostro giudizio sulla manovra ? scevro da preconcetti ed ? rigorosamente ancorato al merito. Ed ? sul merito che il nostro giudizio ? negativo.La manovra, per le parti che conosciamo, manca della discontinuit? che era stata annunciata: manca in primo luogo l’equit?, deboli sono gli interventi sulla crescita, incerto il risultato del risanamento. Di nuovo a pagare sono solo i ceti produttivi e i pensionati; quelli, per capire, che avevano gi? pagato con oltre 150 miliardi di euro le finanziarie e le manovre del governo Berlusconi. Di nuovo si ? rinunciato a chiamare alle proprie responsabilit? quella parte che fino ad oggi ha dato poco o nulla per uscire dalla crisi. Non c’? una patrimoniale sulle grandi ricchezze, troppo debole l’iniziativa contro evasione ed elusione fiscale, non si fa abbastanza verso chi ha scudato i capitali e verso chi li detiene all’estero. Di nuovo indenni le rendite finanziarie.Contrasteremo queste ipotesi e questi interventi e indicheremo le alternative affinch? la manovra cambi. Sappiamo che la posta in gioco ? altissima. C’? un Paese sul baratro. Si deve evitare il fallimento e con esso il fallimento dell’euro. Noi pensiamo che restare in Europa sia un bene per l’Italia ma vogliamo restarci con la dignit? di un grande Paese che difende e rispetta il valore del lavoro e dello stato sociale. Vogliamo rimanere europei e da europei diciamo che non si pu? fare cassa sui pi? poveri e sui contribuenti onesti. Perch? questa ? la vecchia politica, quella che minando coesione sociale ed equit? ci ha portati sul baratro. O si cambia o si va gi?.

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