NON BASTA UNA TELEFONATA DI SCUSE A KYENGE, CALDEROLI SI DIMETTA

1948, Costituzione Italiana, art.3: Tutti i cittadini hanno pari dignit? sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza,di lingua,di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Uno degli articoli pi? importanti, pi? belli, pi? significativi che segna o dovrebbe segnare la storia del popolo italiano. In esso sono presenti i principi fondamentali dell’uguaglianza; ha pi? di sessant’anni ma ? attualissimo perch? oggi viviamo in una societ? multietnica e i problemi legati alla convivenza pacifica sono all’ordine del giorno. In questo contesto un rappresentante della Repubblica Italiana, il vice presidente del Senato, sabato u.s. si permette una battuta che lui stesso definisce “simpatica” paragonando il Ministro Kyenge ad un orango. Parole che offendono non solo la persona del Ministro ma tutto il popolo italiano. Dichiarazioni che diventano ancora pi? gravi quando sono fatte da persone che dovrebbero rappresentare la nostra Repubblica e i suoi principi fondanti. L’aggressivit? delle parole utilizzate da Calderoli, l’offesa, l’insulto che ha squisitamente connotati razzisti non possono e non devono chiudersi con una banale telefonata di scuse: l’unico atto possibile sono le dimissioni dall’incarico istituzionale ricoperto. Nei giorni scorsi si ? svolto a Cecina il XVI Meeting Internazionale Antirazzista, un importante momento di discussione e di approfondimento di idee, di pratiche in materia di integrazione, di multiculturalit?, di dialogo, dove si ? parlato di diritti a tutto tondo partendo proprio da quelli civili ribadendo l’importanza e la centralit? dello “ius soli” proprio con il Ministro Kyenge, che peraltro ? gi? stata nostra ospite a Firenze in CdL e a Serravalle alla festa della CGIL, a dimostrazione dell’impegno della CGIL Toscana su questi temi. IUS SOLI, cio? “diritto del suolo”, espressione giuridica che indica l’acquisizione della cittadinanza come conseguenza del fatto giuridico dei essere nati nel territorio italiano qualunque sia la cittadinanza posseduta dai genitori. Nella maggior parte dei Paesi Europei questa norma ? applicata da anni, con alcune condizioni certo, ed invece in Italia trova applicazione solo in circostanze eccezionali. Una battaglia di civilt? e di dignit? in linea con la Costituzione ma che non vede ancora prospettive certe in Italia. Una nazione colpita dalla crisi e dai conseguenti egoismi che da essa derivano, un Paese in cui le peggiori derive xenofobe e razziste vengono esplicitate proprio da chi dovrebbe avere il ruolo di garante. Se la politica vuole ritrovare dignit? e rispetto deve essere portatrice di valori, principi e atti democratici e civili, mettendo al bando chi si fa portatore ed interprete dei peggiori istinti che l’Europa ha conosciuto.˜”

Pulsante per tornare all'inizio