‘Ndrangheta in Toscana: Libera, sfrontato interesse criminale Don Bigalli: ‘Politica debole’

“Se i fatti venissero confermati, saremmo di fronte all’affermazione spregiudicata di interessi privati criminali che, in contrasto al pubblico interesse e alla cura del bene comune, si sarebbero dimostrati disposti a calpestare senza ritegno beni essenziali della vita naturale e sociale, come la salute, la terra, l’acqua, le forme di rappresentanza e di partecipazione civile, politica e democratica”. Così l’associazione Libera a Pisa commenta l’inchiesta della Dda di Firenze su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Toscana e presunti smaltimenti illeciti dei rifiuti conciari. Secondo l’associazione antimafia “preoccupa l’apparente disinvoltura con cui alcune imprese sembrerebbero disponibili ad accordarsi con interlocutori criminali alla confluenza di interessi reciproci” e desta apprensione “la debolezza del sistema politico contestuale all’ingerenza di interessi particolari criminali” per questo, scrive Libera nel suo documento, “non è sufficiente esprimere piena fiducia nella magistratura e nel lavoro delle forze dell’ordine, con la speranza che sia fatta chiarezza quanto prima dato che quella che si sta consumando è una crisi politica, istituzionale e culturale che coinvolge un’intera comunità: la politica sembra aver perso un forte riferimento etico, con delle strutture-partito ridotte sempre più a comitati elettorali privi di una forte e solida base popolare e questa intrinseca debolezza la espone al rischio di trovarsi assoggettata a interessi economici di parte e alle trame oscure della sinergia tra criminalità mafiosa e massoneria deviata”. “Questa vicenda – conclude Libera – sia un’occasione per tornare a riflettere sul ruolo dei partiti e sul tema del loro finanziamento, che deve tornare a essere pubblico e trasparente”. Perciò, sostiene don Andrea Bigalli, referente di Libera in Toscana, “è urgente che i partiti politici si pronuncino, prendano la risoluzione di chiedere ai propri membri assoluta correttezza e fedeltà al patto implicito che si sottoscrive con il proprio elettorato e con le popolazioni che si andranno ad amministrare e occorre un nuovo patto esplicito e che diventi normativo per chi decide di fare vita politica”. (ANSA).

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