Mps: Landini, tavolo con Governo non più rinviabile. Contrari allo spezzatino

Su Mps “noi è da tempo che stiamo chiedendo al Governo di attivare un tavolo. Credo che a questo punto non sia più rinviabile. Siccome è notizia ormai ufficiale, mentre nelle settimane scorse ci si diceva che non c’era ancora nulla, e quindi non veniva convocato il tavolo per questo, mi pare che siamo in presenza di un fatto formale: si apre una trattativa fra Unicredit ed il ministro dell’Economia, e quindi è necessario sia possibile per il sindacato ed i lavoratori, entrare in questa discussione e discutere”.
“Come è noto noi – ha aggiunto Landini – siamo contrari all’idea dello spezzatino, perché questo vuol dire indebolire il sistema bancario del nostro Paese”. “La nostra posizione – ha concluso – è molto precisa e nelle prossime ore agiremo perché venga rapidamente convocato questo tavolo: se questo non avviene insieme alla categoria dovremmo decidere quali iniziative mettere in campo”.
Lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini ai cronisti all’assemblea generale di Cgil Toscana.
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Mps: Fisac, no a spezzatino, difendere marchio e occupazione Serve una soluzione di sistema, lo Stato resti nel capitale
“Disperdere il patrimonio rappresentato da Monte dei Paschi sarebbe un errore grave per il settore del credito e per tutto il sistema Paese. Ci vuole una credibile soluzione di sistema che, escludendo la facile e sciagurata scorciatoia del cosiddetto ‘spezzatino’, salvaguardi i livelli occupazionali, metta a valore il prestigio del marchio MPS e non disperda le ottime risorse professionali esistenti”. E’ quanto afferma in una nota il segretario della Fisac Cgil, Nino Baseotto, commentando l’avvio delle trattative tra il Mef e Unicredit. “In questo contesto, e a maggior ragione a fronte di questi sviluppi – aggiunge -, il permanere di una presenza dello Stato appare come una soluzione necessaria e di garanzia per tutti i soggetti coinvolti”. A questo punto “il Governo non ha più alibi dietro i quali trincerarsi” ed è “urgete e necessario” avviare “un confronto” con i sindacati, così come devono fare “le direzioni delle due banche, ai loro massimi livelli”. “In questo senso, non è accettabile il silenzio di UniCredit verso il sindacato contestuale alla scelta del suo amministratore delegato di rivolgersi direttamente ai propri dipendenti”, sottolinea Baseotti, secondo cui “la disintermediazione non ha mai portato molta fortuna a chi l’ha praticata, a maggiore ragione, in un contesto nel quale il tasso di sindacalizzazione è altissimo sia in UniCredit, sia in Monte dei Paschi”. (ANSA).
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Mps: sindacati, spezzatino non tutela occupazione  Tavolo con le istituzioni per non perdere investimenti su banca
“L’ipotesi di acquisizione solo parziale di MPS e non della banca nella sua interezza, tra l’altro al netto dei rischi di contenziosi straordinari e dei crediti deteriorati, non risponde all’esigenza di massima salvaguardia dei livelli occupazionali e di riconoscimento delle professionalità dei 21mila dipendenti”. Lo affermano i sindacati aziendali di Mps, che oggi hanno incontrato l’ad, Guido Bastianini. “Ribadiamo quindi la necessità dell’apertura di un tavolo di confronto con le parti istituzionali. La priorità è di non liquidare il quarto polo bancario italiano, rendendo effettiva la perdita sugli investimenti erogati per il rilancio di Mps”.
“I dipendenti di Mps, i soli cui va il merito della continuità della banca sul mercato, meritano rispetto. L’uscita dello Stato deve avvenire gradualmente e deve contemplare sia la tutela dell’occupazione che l’integrità dell’intero perimetro aziendale. Respingiamo ogni ipotesi di divisione della struttura attuale del Gruppo che comporti impatti traumatici e ricadute non gestibili all’insegna della sostenibilità”, si legge nella nota. (ANSA).
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Mps: fonti, possibili 5-6.000 esuberi su base volontaria  Costo dell’operazione attorno agli 1-1,2 miliardi
Nell’ambito della vendita di Mps a Unicredit l’istituto senese dovrebbe registrare l’uscita, attraverso pensionamenti e prepensionamenti, di 5-6 mila dipendenti, pari a circa un quarto dell’organico della banca, allo scopo di alleggerire la struttura di costi dell’istituto senese. Gli esuberi, viene riferito all’ANSA in ambienti bancari, verranno finanziati attraverso il fondo esuberi e dovrebbero essere tutti su base volontaria. Il costo dell’operazione, che rientra nell’ambito dei costi di ristrutturazione che verranno sostenuti dallo Stato per ‘ripulire’ Mps, dovrebbe aggirarsi intorno a 1-1,2 miliardi di euro, ipotizzando un costo medio per dipendente attorno ai 200 mila euro. (ANSA).

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