Saranno le assemblee dei lavoratori, convocate a partire dal prossimo 11 gennaio, a valutare e votare l’ipotesi d’accordo raggiunta delle organizzazioni sindacali di Banca Mps con la dirigenza del Gruppo. E’ quanto si legge in una nota congiunta dopo l’accordo siglato il 24 dicembre. Nella nota unitaria (firmata da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl Credito, Uilca e Unit sindacale), si ribadisce quanto emerso gi ieri sull’importanza del ritorno alla contrattazione aziendale, dopo tre anni, e il contributo al contenimento dei costi imposto dalla Bce, al quale contribuir anche il top manager e le alte funzioni dirigenziali con il taglio del 2,5% allo stipendio lordo annuo. I sindacati spiegano di aver respinto con forza l’iniziale proposta aziendale, orientata a confermare le decurtazioni sulle spese per il personale previste, elaborando ipotesi alternative, tese a raggiungere i medesimi risultati senza gravare in maniera esclusiva sul costo del lavoro dei soli dipendenti. L’accordo introduce elementi di solidariet generazionale e di equit distributiva, che consentono di valutare in maniera del tutto positiva i contenuti, concludono i sindacati, sottolineando come questo scongiuri la disapplicazione degli istituti contrattuali vigenti. Il tutto, spiegano poi Agostino Megale, segretario generale nazionale della Fisac e Antonio Damiani, coordinatore nazionale Fisac Gruppo Mps, in un quadro di rilancio e valorizzazione della contrattazione di secondo livello. Il Gruppo Mps finalmente comprende che il rilancio aziendale non pu avvenire che con il confronto continuo con i lavoratori e le organizzazioni sindacali concludono gli esponenti di Fisac, dando voce alle ragioni degli unici attori che possono davvero realizzare il rilancio della Banca: i lavoratori. (ANSA).
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