Morto sul lavoro a Campi Bisenzio, la Cgil Firenze e Prato: “Intervenire su questa emergenza”

Morto sul lavoro a Campi Bisenzio, Aiazzi (Cgil Firenze): “Sconvolti, va posto rimedio alle evidenti insufficienze dei sistemi di prevenzione e controllo, le istituzioni e il Governo intervengano su questa emergenza”

Ieri in una azienda a Campi Bisenzio si è verificato un incidente mortale sul lavoro con la morte di un uomo finito sotto un macchinario. Elena Aiazzi (segreteria Cgil Firenze): “Assistiamo sconvolti all’ennesimo infortunio mortale sul lavoro. Da mesi, anni sentiamo promesse di intervenire sulle mancanze e i limiti delle norme ma anche di porre rimedio alle evidenti insufficienze dei sistemi di prevenzione e controllo. Non ci si può giustificare con coloro che hanno perso il loro caro che ci sono delle lentezze burocratiche o altri tipi di spiegazioni nei ritardi a cui assistiamo. Si tratterebbe nel caso di ieri sera tra l’altro di un’azienda non sindacalizzata: non abbiamo certo la pretesa di risolvere tutti i problemi del mondo ma il Covid dimostra che la nostra presenza nelle aziende ha aiutato la difficile gestione della emergenza sanitaria. Alla Regione chiediamo di mantenere gli impegni presi per rafforzare la lotta per la sicurezza sul lavoro, al governo unitariamente abbiamo chiesto di aprire un confronto su questa emergenza nazionale che produca risultati concreti: è ora che si passi subito dalle parole ai fatti”.

Tragedia lavoro Campi Bisenzio. Pancini: “Bisogna mettere fine a questa sequenza di incidenti mortali. E’ urgente un patto territoriale per la sicurezza”

«Piangiamo un altro operaio morto sul lavoro. Inconcepibile, intollerabile, ingiustificabile, insopportabile». Sono le parole pronunciate da Lorenzo Pancini, segretario generale della Camera del Lavoro di Prato, dopo l’ennesima tragedia in un’azienda del distretto tessile, fra Campi Bisenzio e Prato
«E’ la terza vittima dall’inizio dell’anno – continua Pancini – ancora per schiacciamento. E’ il terzo lavoratore, dopo Sabri e Luana, strappato a Prato agli affetti più cari, agli affetti della moglie e della figlia, a cui vanno la nostra vicinanza e solidarietà».
«Non può essere e non si invochi la fatalità – prosegue il segretario generale della Camera del Lavoro di Prato –. Chi ha il compito di farlo accerterà eventuali responsabilità o negligenze, ma se siamo al terzo lavoratore che in nove mesi muore sul lavoro, se come cinquant’anni orsono si continua a morire per schiacciamento, è evidente che c’è stato un abbassamento nei livelli di sicurezza, è evidente che la ripresa ha imposto ritmi per cui i macchinari devono sempre girare e non bloccarsi, è evidente che i sistemi di sicurezza degli stessi macchinari non sono pienamente attivati. Tutto ciò è ancor più inaudito e insopportabile, considerando il livello raggiunto dalle tecnologie, anche per quanto riguarda la sicurezza delle macchine industriali».
Pancini così continua: «Non possiamo attendere l’ennesimo incidente, più o meno grave, per mettere in campo tutte le iniziative necessarie ad evitare simili tragedie. Non c’è solo il Covid, bisogna che la produzione sia organizzata per tutelare la salute dei lavoratori da qualsiasi rischio, soprattutto in un periodo dove le esigenze produttive richiedono di stare al passo della ripresa in atto. A maggior ragione, da parte degli enti preposti, delle autorità sanitarie e dei loro uffici competenti, è urgente e necessario accentuare i controlli e le verifiche nei luoghi di lavoro».
«Il sindacato con patti e protocolli ha fatto, durante l’emergenza pandemica, un grande lavoro sulla sicurezza per consentire alle imprese di restare aperte. Cgil, Cisl e Uil Prato – chiude il segretario generale Pancini – hanno avanzato una “piattaforma unitaria” per “un patto territoriale” per “la salute e la sicurezza sul lavoro”, da sottoscrivere con le associazioni datoriali. La disponibilità c’è stata, è arrivato il momento di dare vita a quel patto, di mettere in campo misure che accrescano la sicurezza e prevengano gli incidenti. Si deve investire in formazione, nell’addestramento e nella qualità professionale dei lavoratori, si deve investire in sicurezza. Solo in questo modo si contribuirà ad arrestare questa dolorosa sequenza di tragedie. Il lavoro, anche nel nostro tempo, è riscatto, emancipazione, non dovrebbe mai associarsi alla morte. E’ anche per questa ragione, per ribadire il senso profondo del lavoro, che siamo in piazza con gli operai della Gkn, per contrastare la sua svalutazione, per cui si licenzia con un messaggio o si è vittima di un incidente mortale”.

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