Metalmeccanici, un contratto per salvare l’occupazione. In Germania

Il nuovo accordo collettivo raggiunto dall’IG Metall punta sulla riduzione dell’orario per tutelare il lavoro nei processi di transizione e nella crisi. Importanti anche le conquiste salariali

La salvaguardia dell’occupazione, la progettazione dei processi di trasformazione e il rafforzamento dei salari erano le richieste principali dell’IG Metall, il sindacato di categoria, per il rinnovo del contratto collettivo dei metalmeccanici tedeschi. Il 30 marzo scorso è stato firmato il nuovo contratto collettivo. Intanto l’accordo di fine marzo è stato raggiunto per i circa 700mila dipendenti nella regione Renania Settentrionale-Vestfalia. Per poter valutare meglio i contenuti del contratto collettivo, è utile esaminare il contesto nel quale è avvenuta la contrattazione.
La crisi del Coronavirus e i cambiamenti strutturali
Dopo che il contratto collettivo del 2020 aveva riguardato in primo luogo l’integrazione dei trattamenti di cig, nel 2021 un obiettivo importante per l’IG Metall era sicuramente il rafforzamento delle retribuzioni. Ancora più importante era comunque la necessità di trovare una risposta adeguata ai profondi cambiamenti in atto nell’industria metalmeccanica.
Oltre a subire gli effetti della crisi legata al Coronavirus, il settore metalmeccanico sta infatti subendo cambiamenti strutturali legati ai processi di digitalizzazione e ai cambiamenti climatici. Un caso emblematico è rappresentato dal settore automobilistico che in Germania è di grande importanza sia per quanto riguarda il Pil, sia per quanto riguarda l’occupazione.

L’industria automobilistica, secondo i dati dell’istituto di ricerca economica Ifo di Monaco, ha 613mila dipendenti e rappresenta circa il 5 per cento del Pil tedesco. Attualmente il settore sta subendo una profonda trasformazione verso la mobilità elettrica, stimolata dalle preoccupazioni per i cambiamenti climatici. Questa trasformazione non riguarda solo le case automobilistiche ma implica anche un cambiamento radicale di tutta la catena produttiva. Complessivamente la transizione verso l’auto elettrica necessita di minore manodopera. Un altro fattore che impatta sull’occupazione riguarda l’automazione e la digitalizzazione che portano a profondi cambiamenti dei processi produttivi. Questi processi non comportano solo un impatto sui livelli occupazionali ma anche cambiamenti per quanto riguarda la struttura occupazionale. Diminuiranno gli operai in favore di lavoratrici e lavoratori più specializzati.

Tutti questi cambiamenti strutturali avvengono in concomitanza con la crisi legata al Coronavirus. Questa costellazione potrebbe portare a dei tagli occupazionali che non hanno precedenti nella storia industriale tedesca. Secondo il rapporto dell’istituto Ifo la trasformazione verso la mobilità elettrica colpirebbe almeno 178mila posti di lavoro entro il 2025 e 215mila posti entro il 2030, anno in cui entreranno in vigore le norme sulle emissioni dell’Unione europea.

È per questo motivo che l’IG Metall sta puntando sullo strumento della riduzione dell’orario di lavoro e in particolar modo sull’introduzione della settimana di quattro giorni. Il sindacato è convinto che la riduzione dell’orario di lavoro possa rappresentare uno strumento importante per gestire il cambiamento strutturale dovuto sia ai processi di digitalizzazione, sia ai processi di trasformazione in seguito al cambiamento climatico. La settimana lavorativa di quattro giorni potrebbe salvare i posti di lavoro minacciati dalla crisi e dai processi di trasformazione. Lavorando di meno si possono condividere quei lavori che tendono a ridursi. Di conseguenza, la salvaguardia dei posti attraverso la riduzione dell’orario di lavoro è stato uno dei principali obiettivi nell’ambito del rinnovo del contratto. L’altra richiesta del sindacato riguardava la possibilità di poter intervenire preventivamente in relazione alla progettazione dei processi di innovazione delle aziende. da collettiva.it

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