MANOVRA: SIDDI (FNSI), DA MODIFICARE INGERENZA SU AUTONOMIA INPGI

Il Governo vuol mettere le mani in tasca agli enti della previdenza autonoma che, senza oneri per lo Stato, e, quindi, senza gravare sul debito pubblico, esercitano, in forma sostitutiva, la previdenza obbligatoria.E’ ben curiosa la volonta’, contenuta nella manovra finanziaria, di esigere il diritto di pronuncia preventiva del Governo, un potere di veto che e’ contrario all’impianto legislativo su cui si fondano gli enti privatizzati, su qualsiasi investimento immobiliare (o fondi immobiliari) e, piu’ in generale, sulla gestione del proprio patrimonio. Lo afferma, in una nota, il segretario della Fnsi, Franco Siddi.Come parte sociale costitutiva dell’Inpgi, Istituto di previdenza dei giornalisti italiani, nonche’ chiamata dalla legge alle opportune intese con la controparte datoriale in materia di contributi e prestazioni, la Federazione Nazionale della Stampa Italiana – prosegue Siddi – esprime stupore e preoccupazione per le incoerenze giuridiche e politiche di questa norma. L’Inpgi ha mostrato di sapere e voler trarre il massimo risultato dall’investimento dei contributi dei propri iscritti per poter loro assicurare le migliori prestazioni previdenziali. Imporre visti preventivi su questo terreno significa cancellare, con l’inganno, una quota significativa dell’autonomia previdenziale. Altrettanto c’e’ da dire per le pensioni, laddove si aumenta l’eta’ pensionabile di fatto, senza dichiararlo (quindi, con un’operazione ingannevole) introducendo le finestre che spostano in avanti di un anno e anche di un anno e mezzo sulla maturazione del diritto (per chi va in regime di totalizzazione) la corresponsione degli assegni. Come non bastasse, ultima tra le altre, e’ una norma priva di un chiaro quadro di riferimento, quella che prevede un Consiglio di amministrazione di cinque membri, senza dire come la parte principale – che nel caso dell’Inpgi sono i giornalisti – debba essere calcolata. Basti pensare che per l’istituto dei giornalisti e’ prevista, obbligatoriamente, la presenza di due rappresentanti ministeriali e di uno ciascuno per le parti sociali.La manovra, per quanto riguarda gli enti privatizzati di previdenza, appare, dunque, un’operazione che tenta un riassorbimento nella sfera di una gestione pubblica, che non ha mai brillato, allo scopo – diverso dalla natura degli enti e dei loro obblighi sociali – di far sentire il fiato sulle autonomie che esprimono gli enti e le categorie professionali che ne sono il pilastro. La Fnsi sostiene, percio’, l’iniziativa delle casse privatizzate e dell’Inpgi e del suo Presidente, Andrea Camporese, che in esse opera attivamente, affinche’ il Parlamento riveda le previsioni del decreto e ne corregga incoerenze e incongruenze. La Fnsi, infine, – conclude Siddi – chiede che su questo venga ascoltata in audizione dalle competenti Commissioni Finanza e Bilancio di Camera e Senato. asca

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