MANOVRA: CGIL, CON CLAUSOLA SALVAGUARDIA MILLE EURO TASSE L’ANNO IN PIU’

La natura depressiva della manovra economica e’ ulteriormente aggravata dalla ‘clausola di salvaguardia’ (esplicitata nel Comunicato n. 98 del Ministero dell’Economia e Finanze, 6 luglio 2011), in base alla quale il Governo prevede di contare su circa 14,7 miliardi di euro provenienti dalla mancata attuazione della riforma stabilita nella bozza di Delega per la Riforma fiscale e assistenziale per recuperare risorse certe – richieste in sede europea – ai fini della correzione di finanza pubblica in manovra. E’ quanto afferma la Cgil che oggi pomeriggio ha partecipato alle audizioni in Senato sulla manovra economica (era presente per la Cgil il segretario confederale Danilo Barbi).Facendo un po’ di conti sull’eventuale applicazione della clausola di salvaguardia, secondo la Cgil il meccanismo (in caso scattasse) comporterebbe, dal 2014, un aggravio di circa mille euro di tasse all’anno per ogni famiglia di lavoratori dipendenti e pensionati per la mancata applicazione dei vari tipi di agevolazioni fiscali che riguardano lavoro, casa e famiglia.Secondo la confederazione sindacale, il meccanismo orchestrato nella Delega fiscale, rischia cosi’ di tradursi in un vero e proprio aumento delle tasse dei lavoratori dipendenti. Di fatto, questo significa che l’attuazione della delega intende recuperare le risorse previste dal taglio all’assistenza oppure da un aumento ‘certo’ delle tasse. E’ piu’ probabile – si legge nel documento della Cgil consegnato al Senato – il recupero delle risorse necessarie dal lato delle agevolazioni fiscali, su cui agire il taglio del 15% previsto dalla clausola di salvaguardia per rientrare nella definizione di certezza della minore spesa.In altre parole – spiega la Cgil – dato che per attuare la manovra finanziaria occorre necessariamente recuperare le risorse utili ‘nella delega’, cioe’ i 14,7 miliardi di euro da aggiungere ai 25,4 miliardi, e’ piu’ probabile che non si faccia nessuna riforma fiscale e che si aumentino le tasse per le fasce piu’ deboli, per i redditi ‘fissi’. Il bluff della riforma fiscale rischia quindi di tradursi in una vera e propria beffa ai danni dei lavoratori ascaÿ

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