MALTEMPO: PRATO; CANDELE E ROSE BIANCHE RICORDO DONNE MORTE MANIFESTAZIONE PRESSO TUNNEL DELL’ASSOCIAZIONE GIOVANI CINESI

Candele e rose bianche – il bianco in Cina Š il colore del lutto – per ricordare le tre donne cinesi morte nel sottopasso di via Ciulli, a Prato, invaso dall’acqua a causa delle forti piogge dei giorni scorsi. E’ la commemorazione a cui ha dato vita, ieri sera, un centinaio di persone, quasi tutti giovani di seconda generazione, autoconvocati dell’Associazione dei giovani cinesi di Prato. Erano presenti anche alcuni famigliari delle tre vittime. Hanno acceso tante candele bianche all’ingresso del tunnel e messo mazzi di rose bianche sulla rete che da marted ne vieta l’accesso. Sono stati lasciati pochi biglietti anonimi e scritti in italiano: la morte non ha colore, Sincere condoglianze. Ci uniamo al vostro dolore. I giovani dell’Associazione sono arrivati portando le candele e le rose e hanno osservato un momento di raccoglimento. La piccola folla si Š stretta intorno ai componenti della famiglia Wang: il marito di una di loro, che ha cercato di strapparle da quella morte di acqua e fango, il parente arrivato da Modena per aiutarli, la sorella superstite dallo sguardo assente, che piange e grida modulando una cantilena che ha il suono di un antico lamento funebre. Sta ripetendo il nome delle sorelle, intervallato da un’esclamazione di dolore traduce dal dialetto cinese una ragazza, gli occhi lucidi di pianto. Tutti con la mente a quella notte maledetta. Le tre donne hanno imboccato il tunnel con la loro auto. Era gi… pieno d’acqua? Hanno fatto in tempo a telefonare? – sono le domande che anche ieri venivano ripetute nella piccola folla – Il marito rivive per l’ennesima volta le ore della tragedia. Una storia ancora piena di lacune. Dall’auto bloccata Š giunta una disperata telefonata di aiuto. A che ora? E cosa ha fatto? Di sicuro si Š buttato in quel pozzo nero, ha portato fuori due corpi ormai privi di vita. Erano gi… arrivati i soccorsi? E chi erano?. Il marito non ricorda tutto. C’era qualcuno – racconta l’uomo ancora sotto shock -. Italiani anche. Ma ieri sera non era il tempo delle parole. Ci penser… la magistratura, ci penseranno le perizie tecniche. (ANSA).

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