Dopo mesi di crisi profonda, trattative e sacrifici, il Maggio Musicale Fiorentino ancora sull’orlo del baratro perch il decreto interministeriale a seguito dell’istruttoria del Commissario Governativo tarda ad arrivare. Cos scrivono la RSU del Maggio Musicale Fiorentino al MIBACT e al commissario straordinario del governo Pinelli a proposito della situazione finanziaria dell’ente. Senza il decreto – spiegano SLC-CGIL, FISTEL-CILS, UILCOM-UIL e CISAL-FIALS -, legato inoltre anche alle modalit attuative della ricollocazione del personale, infatti non possono arrivare le risorse del fondo rotatorio previste dalla legge e, senza queste a luglio la storia del Maggio sar definitivamente chiusa. Il numero delle Fondazioni che hanno richiesto di aderire alla L.1122013 talmente elevato da rendere insufficiente il fondo. Il Maggio ha bisogno di tutte le risorse richieste e di non essere penalizzato neppure dai nuovi criteri per la ripartizione del FUS. Ad oggi – aggiungono – i ministeri non hanno neppure risposto ad una istanza di interpello presentata dalle OO.SS. nazionali per poter comprendere come gestire questa complicata situazione. Siamo quindi qui a chiedere – concludono – a chi al Ministero ha l’obbligo direzionale: davvero possibile che vogliate assumervi la responsabilit di vanificare tutto il lavoro fino a qui fatto e i sacrifici che i lavoratori sono disposti a fare per scaricare ancora una volta su di essi gli effetti di mancate risposte e ritardi sia sulla gestione delle eccedenze e la loro ricollocazione, che sulla vitale erogazione delle risorse previste? E’ davvero possibile che vogliate riportare i lavoratori, che in questo lungo periodo non hanno effettuato neppure un’ora di sciopero ma che al contrario hanno svolto il loro lavoro con passione e con risultati eccellenti e che peraltro, con l’approvazione del piano dovranno sopportare per anni i sacrifici che questo impone, in una situazione nella quale i loro posti di lavoro e la sopravvivenza stessa del Teatro sono nuovamente in discussione?. Noi non crediamo, non possiamo credere che vogliate assumervi queste responsabilit . (ANSA).
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