Mafia: Mattarella, basta con reticenza e compromissione. Estirparla possibile e necessario

Estirpare le mafie possibile e necessario, scrive il presidente della Repubblica Mattarella nella Giornata della Memoria e dell’ Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. E l’ azione di contrasto comincia dal no alla compromissione, alla reticenza e all’opportunismo. Coscienza e cultura sono basi e motori del riscatto, dice il capo dello Stato, perché le mafie le considerano ostacolo dei loro disegni di arricchimento illecito, di dominio su persone e territori, di condizionamento economico e politico.
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Mafia: Antoci, impegno quotidiano per ricordare vittime
“Il miglior modo per ricordare le vittime di mafia è l’impegno quotidiano di ognuno di noi, consapevoli che la cultura della Legalità si costruisce giorno dopo giorno, attraverso i piccoli gesti e si ottiene cercando di unire le forze delle migliori risorse del Paese”. Lo sottolinea in una nota Giuseppe Antoci, presidente onorario della Fondazione Caponnetto scampato ad un attentato mafioso nel maggio del 2016. “I tanti ragazzi che in queste ore partecipano alle varie iniziative sono il cuore pulsante di questi gesti giornalieri”, prosegue ancora Antoci. “Stasera alle 21 parteciperò, insieme a Rita Dalla Chiesa, ad un evento organizzato dalla Città di Parabiago (MI), per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie e comprendere meglio le infiltrazioni mafiose, le difficoltà nel contrastarle e cosa significhi rischiare la vita o vivere il dolore della perdita violenta di un familiare a causa dell’impegno antimafia”, conclude Antoci. (ANSA).
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Mafia: Anm, tenere sempre alta guardia della lotta ai clan Pandemia favorisce malavita, magistratura ancora più impegnata
“Oggi, primo giorno di primavera, si celebra in tutto il Paese la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Anche l’Associazione Nazionale Magistrati vuole ricordare i tanti magistrati, appartenenti alle forze dell’ordine, giornalisti, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per combattere le mafie e non piegarsi ai ricatti. Ai loro nomi si aggiungono quelli di tanti altri uomini, donne, bambini e bambine vittime della brutale e cieca violenza mafiosa. L’attuale situazione pandemica favorisce l’accrescere del potere della criminalità organizzata e impegna la magistratura e la società civile a mantenere ancora più viva la memoria comune e alta la guardia nella lotta alle mafie”. Lo sottolinea la Giunta dell’Associazione nazionale magistrati in un comunicato che ricorda la giornata della memoria delle vittime della mafia. (ANSA).
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Mafia: Morra, ‘basta con cinismo ipocrita,c’è tanto da fare’ Presidente Antimafia, ” investire in istruzione e cultura”
“Già da ieri si sono svolte celebrazioni per incentivare la nostra battaglia di civiltà affinché venga estirpata ovunque la mala pianta della sopraffazione mafiosa, della violenza di disperati che credono di poter imporre la loro meschinità a danno del rispetto che reciprocamente gli esseri umani si debbono riconoscere. In questo nostro Paese, affetto dalla tremenda malattia di un cinismo ipocrita disposto ad accettare sempre e comunque i nostri difetti, senza mai provare veramente a lavorare su noi stessi per crescere affinché si possano ‘riveder le stelle’, c’è tantissimo ancora da fare, da costruire, da consigliare, perché si possa essere in pace con la coscienza in merito ai nostri doveri di solidarietà nei confronti dei nostri simili, dei nostri fratelli, di noi stessi. L’invito allora è a stringerci nella nostra interiorità, nella nostra coscienza, domandandoci se non sia possibile fare di meglio e di più, chi scrive per primo, in virtù di un desiderio di giustizia e solidarietà che sia fondato sul riconoscimento della libertà altrui. Le mafie rigettano giustizia e libertà, perché le mafie disconoscono la dignità di cui siamo portatori noi esseri umani. Ma al solo pensiero delle migliaia e migliaia di vittime che i boss hanno lasciato per terra, il quadro si fa chiaro. E perché tale cambiamento avvenga, si deve investire in istruzione e cultura: la prima vittima del pensiero mafioso è lo stesso mafioso, perché calpesta ed offende la sua potenziale dignità, perché si riduce a ‘bruto’ quando avrebbe potuto essere una stella. Forza!”. Lo sottolinea in un comunicato Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia. (ANSA).
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