Lo stato di salute dell’Italia che svaluta il fattore lavoro.

Di Ernesto Preatoni Come sta veramente l`Italia? Molto bene a leggere le statistiche e le dichiarazioni del governo. Occupazione ai massimi da quarant?anni. Il Pil che migliora come mai negli ultimi dieci anni. L?indice di Borsa cresciuto del 19% in dodici mesi, rendimenti dei titoli di Stato ai minimi storici. L?export che aumenta pi— che in Francia o in Germania. Grattando la superficie per• viene fuori una realt… diversa. Perch‚ Š vero che cresciamo. Ma pi— lentamente degli altri: nel 2017 all?incirca un punto percentuale meno della media Ue. La stessa differenza del 2016. Vuol dire che continuiamo a inseguire ma non riusciamo a recuperare terreno. Una considerazione che possiamo applicare a ogni altro parametro. Prendiamo l?export di cui tanto andiamo fieri. Nel 2017 Š salito di un + 8%, pi— del commercio mondiale. Pi— che in Francia (5%) e quanto la Germania . Una seconda occhiata rivela per• che dal 2010 al 2016 la crescita del Made in Italy (+24%) era rimasta indietro non solo su Francia (+25%) e Germania (33%), ma anche staccata da Spagna (34%) e Portogallo (38%). Lo stesso vale per gli investimenti. Finalmente salgono, ma restano scarsi: 17,2% del prodotto lordo ne12017, mezzo punto sopra ai minimi del 2014 ma ancora ai livelli degli anni orribili 2011-2012. Siamo terz?ultimi dopo Grecia e Portogallo.E poi il lavoro: a novembre i posti sono aumentati di 65.000 unit… portando il totale a 23,1 milioni. Un record dal 1977. Guardando meglio si scopre per• che nella quasi totalit… dei casi si tratta di contratti a tempo determinato. L?aumento delle assunzioni stabili, Š infatti solo dello 0,3%. Per capire ancora meglio bisogna dare un?occhiata alle ore lavorate. Dieci anni fa, prima che la crisi iniziasse, sfioravano i 23 miliardi dice la Cgia di Mestre. Oggi sono meno di 22 miliardi. Ne mancano all?appello 1,1 miliardi, circa il 5% del totale. Tutto questo per dire che cresce l?occupazione ma non il lavoro. Salgono i commensali ma non la torta che anzi diventa pi— piccola. Per soddisfare tutti che si fa? Si assottigliano le fette. Sul mercato del lavoro questo si traduce in una semplice equazione: pi— precariato e meno stipendi. Sta accadendo quello che ho sempre previsto: non potendo svalutare il cambio a causa dell?euro, l?Italia Š costretta a svalutare i fattori di produzione a cominciare proprio dal lavoro. da QN ECONOMIA&LAVORO (15.1.2018)ÿ

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