LIvorno: Piscine comunali, in 15 reclamano il loro posto di lavoro

Partiamo da un presupposto: oggi è il 5 febbraio, la piscina Camalich-Neri è stata riaperta a metà ottobre attraverso un incarico di servizio alla società Virtus Buonconvento e poi dal 28 dicembre 2020 come vero e proprio appalto di gestione alla medesima società che ha vinto anche il secondo bando ma nessuno dei lavoratori storici delle piscine ha ancora un contratto di lavoro dipendente al suo interno.
Passiamo ai fatti. Dopo la chiusura forzata dovuta al Covid e ai conseguenti Dpcm, il Comune ha deciso di riaprire le piscine, seppur con i limiti imposti, per le società sportive, gli agonisti e quelle persone che non possono fare a meno di questo servizio pubblico. Di ciò abbiamo dato immediato merito all’amministrazione comunale che ha messo coraggio e soldi sulle piscine e ciò non era scontato visto che in molti comuni italiani non è stato fatto. L’amministrazione comunale ha poi garantito che all’interno dell’attuale bando di 7 mesi (in scadenza a luglio 2021) avrebbe garantito il riassorbimento di una larga parte di lavoratori storici delle piscine attraverso la clausola di salvaguardia sociale. La clausola è stata inserita, ma qualcosa poi si è inceppato. Cosa si è inceppato? Storicamente gli uffici tecnici del Comune non amano la clausola sociale nonostante la “politica” sappia quanto sia importante e spesso la imponga o la prometta. E così a fronte di un punteggio di gara di 100 punti, al riassorbimento dei lavoratori storici sono stati dedicati solo 5 punti. Come se non bastasse, l’appalto l’ha vinto la società che ha previsto il riassorbimento minimo, quasi nullo, dei vecchi dipendenti e ha visto soccombere chi invece offriva un ampio riassorbimento. E così la frittata è stata servita e nella piscina comunale di Livorno adesso ci lavorano in parecchi eccetto quelli che erano previsti dal bando con tanto di tabella allegata con nomi e cognomi e profili. A causa di questo, tutto quello che come sindacati stiamo facendo da un mese e mezzo è totalmente incentrato a mettere una toppa a questo buco. Una toppa che non è stata ancora cucita perché la nuova società ha messo a lavorare i propri collaboratori e dipendenti delle piscine di Cecina (chiuse) e altre persone della loro cerchia utilizzando contratti di collaborazione esterna che sono esplicitamente vietati dal bando: l’articolo 9 (voluto dai sindacati) impone, infatti, l’utilizzo dei contratti nazionali e non certo le collaborazioni esterne con contratti sportivi. Ma molti fanno finta di non vedere.
Cosa chiediamo. Innnanzitutto vogliamo precisare che i sindacati difendono due principi: la clausola sociale ed i contratti nazionali perché sono l’ultima ancora di coesione sociale, di difesa professionale e del lavoro su un territorio. Senza questi due ancoraggi, dopo 30 anni di privatizzazioni o esternalizzazioni, il tessuto lavorativo di un territorio sarebbe ulteriormente spappolato. Nel corso della trattativa siamo anche stati tacciati di leghismo dei livornesi contro i cecinesi (comune da cui provengono i nuovi gestori) per aver difeso questi principi che ribadiamo. Rifiutiamo anche l’accusa di chi dice che mettiamo dei lavoratori contro altri. I lavoratori li mette contro chi fa i contratti di collaborazione volanti sostituendo i contratti nazionali e la continuità professionale con forme di lavoro più precario. Oggi è il 5 febbraio, probabilmente i 15 lavoratori e lavoratrici, ora in cassa integrazione, il 1 aprile si ritroveranno licenziati dal vecchio gestore Officina dello Sport (il tempo che Draghi o chi per lui sblocchi i licenziamenti). La piscina della Bastia è chiusa, la Camalich aperta con altri lavoratori precari, i contratti che sono stati offerti erano irrisori o inferiori ad ogni aspettativa ed al tetto di spesa per il personale previsto dal bando. In questi giorni arriveranno altre offerte che valuteremo coi lavoratori e le lavoratrici, ma appare ormai chiaro che questi siano considerati ormai a margine della gestione piscine, nonostante che l’amministrazione comunale stia cercando di mettere una toppa a questa situazione. Come sindacati sappiamo bene che in questa fase tragica per tutti bisogna trovare compromessi e rinunciare a qualcosa. Ma non rinunciamo a rivendicare i nostri principi e non accettiamo di essere messi nel mezzo ad una frittata fatta da altri o a scelte fatte da altri. Da oggi saremo ancora più pressanti perché esca il bando della piscina e della palestra della Bastia e perché in futuro gli impianti sportivi livornesi e le piscine in particolare abbiano una gestione pubblica che ponga fine al balletto degli appalti e dei soldi pubblici gestiti dai privati, in autonomia. E intanto, oggi, nessun ex lavoratore delle piscine comunali è stato assunto.
USB Livorno
SLC CGIL Livorno

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