®Adesso basta! Se la Fiat a bloccare tutto, facciamo dei pullman e andiamo a Torino: protestano gli studenti, protestano gli insegnanti, possibile che solo noi non facciamo nulla?¯. Non ne possono pi i 173 della Delphi, dopo la doccia fredda sulle speranze di tornare a lavorare nella ?loro? fabbrica. E qualcuno, in assemblea, urla che bisogna rimanere dentro: un?assemblea difficile, quella di ieri mattina in via Enriques, la prima svolta dopo oltre due anni dentro la ex Delphi. Ieri mattina, infatti, i lavoratori della Delphi sono rientrati nei capannoni di via Enriques. Si erano radunati ai cancelli della fabbrica, quando un cielo maligno ha scaricato loro addosso una pioggia violenta. E un cancello della recinzione, trovato provvidenzialmente aperto al momento opportuno ha fatto il resto: dopo 30 mesi operai e impiegati, in un modo o nell?altro sono rientrati in fabbrica. Anche se Strazzullo, Cgil, ha detto che ®era solo per ripararsi¯, stato un gesto simbolico come pochi. E dentro, in un affollato corridoio (c?erano anche numerosi lavoratori Trw in segno di solidariet con i colleghi Delphi), si svolta un?assemblea, tesa come poche, con i sindacalisti che si sono trovati di fronte a lavoratori esasperati, molti dei quali chiedevano a viva voce di rimanere nella fabbrica. Non stato facile per i rappresentanti dei lavoratori fare in modo che la rabbia non esplodesse: ora l?appuntamento domattina in Comune, al tavolo regionale con gli enti locali e, si spera, anche un rappresentante del governo per fare il punto della situazione. Ma se dovesse uscire l?ennesima fumata nera, anche i sindacalisti hanno detto chiaro e tondo che le azioni di lotta saranno ben pi incisive. L?assemblea cui erano presenti anche il presidente provinciale Giorgio Kutuf , l?assessore comunale Bruno Picchi, Roberto Brilli per il Pd e il segretario di Rc Alessandro Trotta, stata aperta da Maurizio Strazzullo, segretario Cgil. Il sindacalista ha detto che, anche se lui ®non crede pi a Rossignolo¯, aspetta di vedere gli atti ufficiali della sua rinuncia, e ha ricordato che se davvero l?industriale pienmontese rispettasse i lavoratori come dice, ®avrebbe parlato prima con loro che con i giornali¯. Ma Strazzullo ha detto che in ogni caso l?unica via d?uscita passa per l?acquisizione delle aree, per poter offrire ad un altro industriale la possibilt di investire in questa zona, cosa importante anche per la vicina Trw. E tornando al ?niet? Fiat sulla bonificva del sottosuolo, Strazzullo ha ricordato che ®sono aree per la la citt , e non per la Fiat¯, e rispondendo ad un lavoratore che diceva ®siamo stati troppo buoni¯, si detto pronto a nuove iniziative. Giovanni Pardini, Fim Cisl, ha dovuto fronteggiare una platea che non si certo entusiasmata all?idea di attendere il tavolo regionale, e il sindacalista ha dovuto impegnarsi a spiegare che si trattava di un passagio necessario prima di altre forme di lotta. Sulla necessit di un?incontro ufficiale prima di altre azioni hanno insistito anche Sergio Fondi, Cisl ed Enrico Pedini, Cgil. Poi stata la volta del presidente provinciale Kutuf , che ha spiegato che non si poteva certo comprare un?area come questa senza le garanzie necessarie, appunto i carotaggi. Pi volte interrotto dagli operai che gridavano il proprio sconforto o chiedevano ®cosa ci fosse nel terreno sotto l?area¯, Kutuf , oltre a cercare di rassicurare tutti, ha spiegato che avrebbe premuto sulla prefettura affinch il governo intervenisse sulla Fiat e sulla sua richiesta di essere esclusa da eventuali spese di bonifica dell?area. E subito dopo, Kutuf e Picchi sono corsi in prefettura spiegando al prefetto Domenico Mannino l?estrema difficolt della situazione in vista dell?incontro di domani. A quel punto l?assemblea si sciolta e tutti sono usciti dalla ex Delphi. Qualcuno, come Lido Giunti, uno degli operai pi anziani, si messo a raccogliere funghi nell?aiuola della recinzione: ®Ormai qui per noi – ha sottolineato con amara ironia – ci sono rimasti solo questi¯. Roberto Cestarida il tirreno
21 3 minuti di lettura