Esce nel bel mezzo delle polemiche sull’immigrazione il nuovo libro del giornalista Jacopo Storni, con prefazione di Emma Bonino, Siamo tutti terroristi, un viaggio nell’Italia multiculturale tra immigrati di successo e borghi multietnici e una radiografia sull’integrazione oltre pregiudizi, stereotipi e luoghi comuni. Siamo tutti terroristi (Castelvecchi Editore, 256 pagine, 17,50 euro) un viaggio nell’Italia multiculturale, in citt dove la pluralit un valore aggiunto. Tra le 22 storie del libro, che aggiorna il precedente volume di Storni L’Italia siamo noi, quella di Fuad, primario somalo, di Dd, avvocatessa togolese a Milano, di Nelu, imprenditore edile romeno che costruisce le case dei vip, e di Sumaya, consigliera comunale musulmana. L’immigrazione una risorsa – scrive Emma Bonino nella prefazione – abbiamo bisogno degli immigrati. Siano benedetti i sei milioni di immigrati regolari residenti nel nostro Paese&hellip Invece che aiutarli a casa loro, io dico: aiutateci a casa nostra. Nella geografia di Siamo tutti terroristi, un titolo che riprende provocatoriamente un’espressione usata da Gianna Nannini, i luoghi d’Italia dove l’integrazione gi realt : Baranzate, il comune pi multietnico d’Italia; Acquaformosa, dove i profughi salvano il paese dallo spopolamento; Campi Bisenzio, dove cinesi e italiani convivono, Mazara del Vallo, dove tunisini e siciliani lavorano insieme da anni. Il libro – dice Storni – nasce dalla frustrazione di vedere rappresentati gli immigrati sempre nello stesso modo: immigrati uguale profughi, poveracci, delinquenti, terroristi. Giusto raccontare queste categorie, ma sarebbe giusto non dimenticarsi di tutti gli altri immigrati, che sono la stragrande maggioranza: lavoratori, imprenditori, ingegneri, medici, architetti. Finch i media racconteranno gli immigrati sempre nello stesso modo, l’immigrazione sar percepita solo come minaccia, invece che come risorsa. E’ importante andare oltre le apparenze, per raccontare le storie dell’altra immigrazione, quella degli stranieri che contribuiscono al nostro Pil e quella dei luoghi dove l’integrazione non un fatto di cronaca nera, ma realt conclamata. (ANSA)
24 minuto di lettura