Un anno di iniziative a 80 anni dalla promulgazione delle Leggi razziali, avvenuta a Pisa, nella tenuta di San Rossore, il 5 settembre 1938. A promuoverle l’Universit di Pisa in collaborazione con la Scuola Sant’Anna e la Normale per ricordare quel periodo oscuro e trasferire memoria e consapevolezza di questo orrore alle generazioni a venire e a rendere omaggio e risarcimento alla memoria di coloro che ne furono vittime. Il programma – in via di definizione con Comune, Regione Toscana, Comunit ebraiche, Provveditorato agli studi di Pisa, Rai, Istoreco e Fondazione Palazzo Blu ed in attesa dell’alto patronato della Presidenza della Repubblica -, si aprir il 5 settembre con la cerimonia del ricordo nei luoghi della firma a San Rossore e proseguir con attivit di divulgazione per gli studenti nell’Ateneo e nelle scuole. Sar promossa una mostra, ‘Ebrei in Toscana XX e XXI secolo’, a cura di Istoreco e Normale in collaborazione con il Comune di Pisa, per raccontare 100 anni di vita delle comunit ebraiche toscane e i loro intrecci con il resto della comunit ebraica italiana e i collegamenti con quella europea, mediterranea e internazionale. Il 20 e 21 settembre si terr poi il convegno ‘Tendenze e sviluppi della storiografia internazionale sull’antisemitismo e sulla Shoah’, con il contributo di storici anche da Chicago, Edinburgo, Cambridge, Gerusalemme, Providence, Parigi. In calendario poi incontri con i cittadini e un ciclo di film e spettacoli sui temi dell’antisemitismo e della Shoah. A settembre si riunir inoltre a Pisa l’assemblea plenaria della Crui, la conferenza dei rettori per testimoniare quanto furono sbagliate le Leggi razziali, che causarono anche l’espulsione di centinaia di allievi e docenti dagli atenei. Il convegno internazionale e l’assemblea della Crui – ha spiegato lo storico dell’Universit di Pisa, Michele Battini – saranno anche una specie di pagina risarcitoria per quelle persone cacciate e il riconoscimento che le tesi di allora sostenute anche da alcuni scienziati e accademici erano profondamente sbagliate e per le quali giusto che oggi il mondo accademico italiano chieda scusa. (ANSA).
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