Legalit Il 19 luglio la Cgil ricorda Borsellino, iniziativa su aziende confiscate
Mercoled 19 luglio, in occasione dell’anniversario dell’uccisione da parte della mafia del giudice Paolo Borsellino, la Cgil organizza un’iniziativa a Roma sui temi che riguardano il riutilizzo dei beni sequestrati e confiscati, con particolare riferimento alle aziende sequestrate, ‘Aziende sequestrate alle mafie. Ricollochiamole nell’economia legale’. Appuntamento alle 9.30, presso la sala Simone Weil della Cgil nazionale, corso d’Italia, 25.Forte dell’esperienza acquisita attraverso le indagini da lui compiute ? sostiene il segretario confederale Cgil, Giuseppe Massafra ?, Borsellino aveva ben compreso che per contrastare le mafie con successo necessaria un’azione corale delle forze dell’ordine, della magistratura e della societ civile. Aveva compreso la necessit di mettere in moto un movimento culturale, perch riteneva, a ragione, che non fosse sufficiente colpire i mafiosi nei loro interessi, sottraendogli i patrimoni illecitamente acquisiti e incarcerandoli. Quei beni dovevano essere restituiti alla collettivit , in modo che diventassero il simbolo e la sostanza di un’azione di riscatto dello Stato e delle popolazioni contro il potere mafioso e per riconquistare libert e convivenza democratica.Nella lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere solo una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le pi adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libert che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell?indifferenza, della contiguit e quindi della complicit , aggiunge il dirigente sindacale.Questa, la frase di Borsellino che ispira l’iniziativa di mercoled prossimo, nel corso della quale la Cgil vuole ricordare la sua figura straordinaria, il cui coraggio e il cui insegnamento ci danno la forza per continuare la lotta per liberare il Paese da quello che un vero e proprio cappio al collo che impedisce all’Italia di ritrovare la strada e la prospettiva dello sviluppo economico, democratico e civile.Appuntamento alle 9,30 a corso d’Italia 25