LAVORO: PROVINCE, CENTRI IMPIEGO SONO PRESIDIO DA POTENZIARE

La riflessione che si Š aperta in queste settimane sul ruolo dei Servizi per il lavoro e in particolare sul rafforzamento dei Centri per l’Impiego Š molto importante, ma Š altrettanto importante che le decisioni che verranno prese tengano conto di un assunto: ad oggi i Centri per l’impiego pubblici sono presidi di punta dello stato sociale. Lo afferma Antonio Saitta, presidente dell’Unione Province italiane (Upi), che annuncia: La prossima settimana incontreremo il ministro del Lavoro Enrico Giovannini a cui consegneremo un dossier approfondito sullo stato degli oltre 550 centri per l’impiego gestiti dalle Province e sul loro ruolo nei territori. Quando si descrivono i Centri per l’impiego quasi fossero agenzie di lavoro con le stesse funzioni di quelle private – chiarisce Saitta – ci si dimentica del valore aggiunto di questi uffici, che hanno compiti anche diversi: oltre all’intermediazione del lavoro, all’orientamento e alla formazione, che svolgono come le private, si occupano di assistere i disoccupati per l’erogazione dei sussidi; si occupano del collocamento dei cittadini con disabilit…; svolgono tutti gli adempimenti necessari per le aziende e i lavoratori al momento dell’assunzione. Hanno un fine sociale, non d’impresa, e per questo – sottolinea il presidente Upi – devono essere considerati un presidio dello Stato che non va smantellato, ma anzi, potenziato, favorendo piuttosto la collaborazione sempre pi— necessaria con le agenzie private.La questione semmai – sottolinea il presidente dell’Upi – Š che sulle politiche per l’impiego le risorse che lo Stato italiano assicura sono del tutto irrisorie se paragonate a quanto avviene negli altri paesi europei. In Italia in questi anni di crisi sono state destinate ai Centri per l’impiego risorse pari allo 0,02% del Pil nazionale, una cifra che Š sei volte inferiore a quanto Š stato fatto nello stesso periodo dalla Spagna, e dieci rispetto all’investimento realizzato in Germania. In Italia nei Centri per l’Impiego provinciali – viene ricordato – lavora un operatore ogni 500 disoccupati, mentre nel Regno Unito i job center pubblici prevedono un orientatore ogni 25 disoccupati. Gli operatori dei Cpi dipendenti dalle Province sono solo 6.600. Sono cifre incomparabili – commenta il leader delle Province – e nonostante questo negli ultimi anni gli italiani che hanno trovato lavoro tramite i Cpi sono il 3.9%, mentre coloro che hanno trovato lavoro tramite le agenzie private sono il 2,4%. Inoltre – conclude – sempre negli ultimi anni, sono stati i Cpi a gestire la presa in carico e il reimpiego di ben 800.000 lavoratori coinvolti dalla crisi e titolari di ammortizzatori in deroga. (ANSA).

Pulsante per tornare all'inizio