LAVORO: CGIA, OLTRE 3,5 MLN PRECARI IN MAGGIORANZA DONNE

Sono oltre 3,5 milioni di persone e in maggioranza sono donne (58,7%). Questo esercito di lavoratori instabili e’ presente soprattutto nelle regioni del Sud e trova lavoro prevalentemente nei servizi pubblici, negli alberghi, nei ristoranti e nell’agricoltura. A sorpresa sono coloro che non hanno nessun titolo di studio a presentare l’incidenza percentuale piu’ elevata per titolo di studio . Questo e’ l’identikit del lavoratore precario italiano realizzato dalla CGIA di Mestre. Un popolo fatto non solo di pseudo lavoratori dipendenti ma anche di tanti lavoratori autonomi con partita iva.In particolare su un totale di 3.525.672 precari e’ la Calabria, con il 23,3%, a presentare il valore piu’ alto se viene preso come indicatore l’incidenza percentuale dei precari sul totale degli occupati presenti in ciascuna Regione. Seguono la Sicilia (22,1%), la Sardegna (21,3%), la Puglia (19,5%) e la Basilicata (17,2%). Chiude la classifica la Lombardia che, nonostante registri in termini assoluti il numero piu’ elevato, presenta la percentuale piu’ bassa sul totale degli occupati: 12%.Per quanto concerne i settori produttivi piu’ investiti dalla precarieta’ al primo posto troviamo i servizi pubblici e sociali (28,1%), gli alberghi e i ristoranti (25,9%) e l’agricoltura (24,6%). Chiude l’intermediazione monetaria con l’8,9%.Infine, l’incidenza percentuale dei lavoratori precari per titolo di studio sul totale degli occupati vede i senza titolo toccare la percentuale del 20%. Seguono coloro che hanno la laurea (15,3%), la licenza media (15%), il diploma superiore (15%), la licenza elementare (14,9%) e infine i post laurea 14,3%). asca

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