Con i settori trainanti (orafo e tessile) gi in difficolt ormai da tempo, la provincia di Arezzo sta vivendo la crisi economica con pi difficolt rispetto ad altre zone della Toscana, ed quasi in ginocchio. Basta citare le vertenze aperte alla Sca di Pratovecchio, alla Ciet e a Eutelia, sottolinea Giorgio Cartocci, segretario provinciale della Camera del Lavoro. Per la cartiera del Casentino la propriet svedese ha annunciato la chiusura dello stabilimento e la messa in mobilit dei 128 lavoratori, ma ce ne sono almeno altrettanti nell’indotto: c’ attesa per l’incontro di domani in Regione – spiega Cartocci -. Speriamo in qualche apertura da parte della propriet , certamente importante che la disponibilit a partecipare alla riunione. Ancora pi difficile, se possibile, la situazione alla Ciet, che ha la testa a Arezzo anche se gli oltre 300 lavoratori sono impiegati nei cantieri di tutta Italia. Quella che ci ha presentato l’azienda ‘una cura da cavalli’ difficile da accettare, aggiunge Cartocci ricordando che su circa 300 dipendenti, 50 a Arezzo dove c’ la sede, si parla di almeno 130 esuberi. C’ un impegno a rivedersi il prossimo 23 aprile, ma l’azienda chiede la chiusura di diversi cantieri in Italia, sottolineando come la Telecom, il loro principale committente ha diminuito anche i margini di guadagno, prosegue il segretario della Cgil. I sindacati hanno avviato una serie di assemblee con i lavoratori e come ultima spiaggia potrebbe esserci anche la richiesta di aprire un tavolo nazionale. Infine Eutelia, che gi un caso nazionale: purtroppo su questa vicenda da tempo noi avevamo detto che il management non era all’altezza. Dovevano presentare un piano industriale e invece – dice Cartocci – hanno dato solo alcune indicazioni. Ma in questo settore un’azienda che non fa ricerca e innovazione non ha grandi prospettive. Proprio ieri i revisori dei conti hanno deciso di non firmare il bilancio e il titolo in Borsa crollato nuovamente ai minimi. La propriet ha annunciato quasi 2000 esuberi (una sessantina nella sede di Arezzo) e la dismissione del settore Hi-tech. Ma Cartocci non convinto: abbiamo bisogno di atti concreti – conclude – o di andare verso strade diverse, come il cambio di propriet visto che questo un settore ancora appetibile. (ANSA).
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