L’annuncio di Orlando, entro il 2022 un Piano Nazionale contro il lavoro sommerso

“Entro la fine del 2022 adotteremo un ambizioso Piano nazionale per la lotta al sommerso, con l`obiettivo di ridurre sensibilmente – di almeno un terzo – la distanza dell`Italia rispetto alla media europea nella diffusione del fenomeno”. Lo ha sottolineato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nel corso di una audizione in Senato sul tema della sicurezza sul Lavoro.

“La sfida sarà soprattutto quella di rendere per le imprese i benefici dall`operare nella legalità superiori ai costi connessi all`utilizzo di lavoro irregolare, rendendosi a tal fine necessario un mix di misure di prevenzione e promozione del lavoro regolare accanto ad una ridefinizione delle misure di deterrenza”, ha spiegato il ministro.

Il ministero è infatti al lavoro su “un nuovo strumento operativo in capo agli organi di vigilanza rivolto alle imprese” volto a “un intervento diretto, urgente e risolutivo in materia di tutela della sicurezza del lavoro, del contrasto al lavoro irregolare e allo sfruttamento del lavoro, mediante un controllo sulle imprese che in sede ispettiva dovessero essere sorprese con lavoratori in nero in misura superiore al 10 % degli occupati; con gravi violazioni in materia di sicurezza del lavoro; presenza di lavoratori sfruttati; in occasione dell’accertamento dei reati di lesioni, omicidio colposo, disastro, rimozione delle cautele”.

“In presenza di tali condizioni si prevedono varie misure di supporto alle imprese anche interdittive, secondo gradualità e proporzionalità, in base alla gravità, entità e pericolo, dei fatti accertati; misure che variano dalla sospensione dell’attività, all’interdizione dell’esercizio dell’impresa, fino al divieto di contrattare con la P.A. e di partecipare alle gare pubbliche”, ha aggiunto il ministro.

Inoltre, sottolinea Orlando, gli infortuni pesano sul Pil “nella misura del 2,6%, gravando sul sistema sanitario, previdenziale, assicurativo, amministrativo e giudiziario, pesando sull`economia sana e lo stato sociale. Osservando la curva degli infortuni sul lavoro negli ultimi trent`anni si nota che non esiste una correlazione diretta con l`indice di disoccupazione o con l`andamento dell`economia, non è vero che diminuendo il lavoro, cala il numero degli infortuni, e viceversa”, ha evidenziato il ministro per il quale “gli incidenti sul lavoro non sono il prezzo della crescita o il frutto della decrescita economica, ma sono correlati alla legalità del lavoro. Gli infortuni aumentano quando ci sono pochi controlli, maglie larghe nella contrattualistica, una più debole rappresentanza dei lavoratori”. “Queste linee rappresentano, pertanto, le direttrici su cui muoversi con urgenza e vanno accompagnate da un profondo lavoro culturale di educazione alla legalità perché il solo approccio repressivo non basta”, ha aggiunto Orlando. E.G. da ildiariodellavoro.it

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