Landini, «L’obbligo vaccinale va esteso a tutti. Il governo? Continua a non ascoltarci»

Landini, riaprono le scuole. Meglio in presenza o in Dad?
«Dopo due anni ci ritroviamo a discutere degli stessi problemi – risponde il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini -. Le nostre proposte, contenute in un protocollo firmato col ministro, non sono state ascoltate».

Quali proposte?
«Avevamo chiesto più investimenti in assunzioni, spazi e misure di sicurezza, invece continuano ad esserci classi super affollate. Non si è investito come si doveva, che era la condizione per dare continuità alla scuola in presenza. Ora, a gennaio, se qualche settimana di insegnamento a distanza garantisce poi di avere tutto l’anno in presenza, forse è meglio prenderla in considerazione. E poi, con gli spazi contrattuali, recuperiamo in presenza, perché con la Dad si è dimostrato che c’è un forte calo di apprendimento e in Italia c’è già forte dispersione scolastica».

Riaprono anche le grandi fabbriche. L’obbligo di vaccinazione per gli over 50 vi tranquillizza?
«La Cgil chiede da agosto l’obbligo per tutti, non solo sui luoghi di lavoro. Invece, anche qui, il governo arriva tardi e con un provvedimento che rischia di creare incomprensioni, perché qualcuno mi deve spiegare come mai un 48enne possa non essere vaccinato ed un 50enne sì».

Intanto nei servizi pubblici ci sono già problemi per le tante assenze di lavoratori: treni cancellati, carenze di personale negli ospedali. Tutta colpa di Omicron?
«La pandemia ci ha sbattuto in faccia le conseguenze dei tagli che erano stati fatti su scuola, sanità e trasporti. Serviva una risposta netta: avevamo chiesto più assunzioni, ma non ci hanno ascoltato».

Il governo ha preso tanti provvedimenti e sta preparando un nuovo decreto per sostenere l’economia.
«Siamo sempre davanti a provvedimenti dettati dall’emergenza. E per noi ci sono tre questioni da risolvere: la proroga della cassa integrazione nel turismo e in quei settori in crisi che altrimenti rischiano di licenziare; la proroga dell’equiparazione della quarantena alla malattia; nuove politiche industriali».

Un’altra emergenza si sta manifestando: l’inflazione, tornata ai massimi dal 2008.
«Sì, e ci vogliono due interventi sul fronte dell’energia, all’origine del problema: un investimento molto forte sulle rinnovabili e un sistema di sostegni rivolto sia ai cittadini a basso reddito sia alle imprese che consumano più energia.Dopo di che, l’aumento dei prezzi non fa che rendere sempre più evidente la pandemia sociale e salariale, con le diseguaglianze in crescita e tante persone che sono povere pur lavorando».

C’è un dibattito, in Europa e in Italia, sul ritorno al nucleare, la Cgil che ne pensa?
«Che è il momento di scelte per il futuro. Se l’obiettivo è la sostenibilità ambientale credo che si debbano sfruttare il sole, il vento, l’acqua mentre il nucleare non è il futuro e non ha neanche risolto il problema delle scorie».

Landini, ammetterà mai che lo sciopero generale del 16 dicembre, fatto con la Uil e senza la Cisl, è stato un mezzo flop?
«No, nel modo più assoluto. È stato invece l’inizio di un percorso. Abbiamo dato voce ai bisogni sociali finora non rappresentati. Le nostre rivendicazioni si sono rivelate giuste, a partire dal fisco, dove le misure del governo favoriscono i redditi medio-alti mentre non si colpisce l’evasione. Oppure sul lavoro, visto che l’85% delle assunzioni nel 2021 è avvenuta con contratti precari. Abbiamo quindi intenzione di continuare».

Ma dopo lo sciopero generale che potete fare?
«Ne discuteremo insieme, Cgil, Cisl e Uil, perché la nostra è stata una mobilitazione sulle piattaforme unitarie. Sulle quali dobbiamo promuovere nuove iniziative per allargare la nostra rappresentanza sociale».

Il suo è un progetto politico di supplenza rispetto ai partiti della sinistra?
«Chi dice questo non ha capito nulla. Noi vogliamo unificare il mondo del lavoro, dando voce alle partite Iva, ai giovani e alle donne vittime del precariato. Siamo un sindacato confederale, che certo ha una sua soggettività politica, ma per cambiare il modello di sviluppo e ricostruire l’unità del mondo del lavoro e del sindacato. Costruiamo e proponiamo modelli ed azioni insieme alle persone che rappresentiamo».

Detto da lei, che, dopo tanti anni, ha proclamato lo sciopero separato…
«Lo sciopero, indetto con la Uil, non è stata una giornata di rottura dell’unità, ma l’inizio di un percorso sulla base della piattaforme unitarie».

Peccato che la Cisl la pensi diversamente. Avete ripreso i rapporti?
«Ci sentiremo e vedremo come andare avanti. Ricordo che sulle pensioni, nonostante le promesse, il governo non ci ha ancora convocato».

Tra due settimane cominciano le votazioni per il presidente della Repubblica. Silvio Berlusconi ci punta. Se ci riuscisse quale sarebbe la reazione della Cgil?
«Non entro in una scelta che spetta al Parlamento e alle forze politiche. Penso sia il momento del pieno rispetto della Costituzione e che il Parlamento dia una prova alta, trovando una soluzione che garantisca grande unità e sia in grado di parlare di giustizia sociale e di Europa».

Sta dicendo che Berlusconi non ha il profilo giusto?
«Ho già risposto».

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di Enrico Marro10 gen 2022 da corriere.it/economia/lavoro

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