La direttiva Ue sul salario minimo, che la commissione europea ha proposto la settimana scorsa a Strasburgo, dovr rafforzare la contrattazione collettiva, o rischia di essere addirittura controproducente, dal punto di vista dei sindacati. Lo ha detto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, durante in incontro con i giornalisti al parlamento europeo.Riguardo alla direttiva sul salario minimo, ha affermato Landini, il problema come la si fa. Dal nostro punto di vista, bisogna fare provvedimenti legislativi che rafforzino la contrattazione collettiva. E quindi il ruolo dei contratti nazionali di lavoro, che si debbono estendere, e dei contratti di settore.Rafforzare la contrattazione – ha aggiunto il leader della Cgil – vuol dire rafforzare i diritti di queste persone. La contrattazione collettiva esiste se le persone che lavorano hanno il diritto, se vogliono, di organizzarsi collettivamente Questo un punto di fondo.Se la direttiva europea fosse un provvedimento che sancisce un salario medio, che in pratica cristallizza quelli che sono i tanti salari diversi che gi esistono, non servirebbe a nulla, anzi sarebbe controproducente.Perch il punto alzarli, i salari, non sancirli con una fotografia, ha sottolineato Landini.Insomma, ha concluso il segretario della Cgil, per quel che ci riguarda, noi sosteniamo l’idea di provvedimenti legislativi in Europa, e anche in Italia, che rafforzano e sostengono ed estendono la contrattazione collettiva, a partire dal ruolo dei contratti nazionali.La proposta della Commissione, nella versione che stata presentata e che ora sar esaminata dal Consiglio Ue e dal Parlamento europeo, intende fissare un salario minimo nei paesi in cui non c’ una tradizione consolidata di contrattazione collettiva. da ildiariodellavoro.it
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