Landini, bene conferma blocco licenziamenti. La strada di Confindustria porta solo allo scontro

“E’ importante che il Parlamento che sta discutendo in queste ore confermi il blocco dei licenziamenti perché come noto ci sono anche delle richieste, a partire da Confindustria, di metterlo in discussione e questo vuol dire, per quest’anno, avere gli ammortizzatori sociali”. Così, a Napoli, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a margine della giornata di mobilitazione nazionale “Ripartire dal lavoro” indetta dalla Cgil, Cisl e Uil.
Per il segretario, il blocco dei licenziamenti “è avere anche il tempo in queste settimane di discutere di un nuovo sistema di ammortizzatori sociali, perché il problema della fine del blocco dei licenziamenti di fine anno è un problema se nel frattempo non si fa nulla. In questo tempo bisogna far partire gli investimenti, e fare una riforma degli ammortizzatori sociali che permetta di collegare la formazione, gli orari di lavoro, e che si incentivi l’uso dei contratti di solidarietà e di altre forme.
Poi, naturalmente, nell’immediato c’è il problema di far ripartire gli investimenti per fare in modo che non ci sia un blocco totale delle attività e questo credo che oggi sia il punto che va discusso” conclude.
“Mi auguro che Confindustria capisca che quella è una strada che porta solo a uno scontro di cui non abbiamo bisogno”, ha precisato il leader della Cgil.
“Anzi sarebbe utile che insieme chiedessimo al Governo una vera riforma fiscale, – continua Landini – e in questa fase sarebbe utile un provvedimento che defiscalizzasse gli aumenti dei contratti nazionali, parliamo di più di 10 milioni di persone tra pubblici e privati che quest’anno e il prossimo saranno alle prese con il contratto. Fare questo vorrebbe dire anche rilanciare i consumi nel Paese”.
“La posizione avuta finora da Confindustria è stata quella di bloccare il rinnovo dei contratti. Pensiamo alla sanità privata dove da 12 anni che è scaduto il contratto. C’era una pre-intesa, c’era solo da mettere la firma e non lo stanno facendo – spiega Landini – Pensiamo all’attacco che hanno fatto al contratto degli alimentaristi in cui Confindustria ha preso le distanze dalle associazioni che hanno deciso di firmare”. Per il segretario della Cgil “è una logica secondo noi sbagliata, perché oggi rinnovare i contratti, oltre a essere una questione salariale che esiste è anche una scelta per dire che i problemi si affrontano assieme”.
“La scuola in questi anni è diventata una fabbrica di precarietà e lì c’è un meccanismo che va cambiato, finché si mantiene una diversità, tra l’organico di diritto e l’organico di fatto esiste una diversità, tengono l’organico di diritto basso e tutti gli anni serve una quantità infinita di insegnanti che rimangono precari”, ha perseguito il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia.
“Lo dico perché non è solo aprire in sicurezza, il problema vero è investire sulla scuola, sui diritti, e sulla formazione e ciò vuol dire che l’obbligo scolastico deve essere portato a 18 anni, vuol dire che gli asili nido si devono costruire, vuol dire che devo mettere in condizione le persone di potersi formare e informare e aumentare la loro conoscenza anche durante l’attività lavorativa” evidenzia Landini.

Pulsante per tornare all'inizio