LA SFIDA ALLA CRISI NON SI VINCE DA SOLI. SERVE UN GOVERNO DELLA CRISI CON LOBBIETTIVO PRIMARIO DI CREARE LAVORO

Come abbiamo sempre sostenuto, la crisi ha ricadute sui redditi delle persone e delle famiglie molto pesanti anche in Toscana. Senza un radicale cambiamento gli attuali dati sul mercato del lavoro (ricordiamo che i cassintegrati sono considerati occupati) nascondono situazioni di potenziale disoccupazione che esploderanno nei prossimi mesi.Secondo le stime dell?IRPET si verrebbe a determinare una caduta della domanda di lavoro alla fine del 2013 e rispetto al 2008 di oltre 85 mila unit?. Naturalmente il modo in cui tutto ci? si trasformer? in effettiva disoccupazione dipende da molti fattori: il maggiore o minore ricorso al part-time o alle diverse forme di lavoro temporaneo; la prosecuzione della CIG, che come abbiamo recentemente denunciato ? appena sufficiente a coprire le richieste del mese di Gennaio. Del resto, proprio per i suddetti fattori, tra il 2008 ed il 2012 al calo della domanda di lavoro corrispondente a circa 78 mila unit? di lavoro a tempo pieno, il calo dell?occupazione ha riguardato 17 mila persone. Inoltre, su tutto grava l?incognita dell?andamento della produttivit? del lavoro che durante la crisi ha mostrato segni di flessione.Credo che nella consapevolezza dei problemi che questi numeri comunque suscitano soprattutto nelle persone coinvolte, non possiamo nascondere che il modello di coesione della Toscana ha saputo reagire meglio che altrove, e questo ? avvenuto anche grazie all?azione contrattuale.Pi? di ogni altra affermazione valgono i numeri.In 4 anni sono stati stipulati almeno 52.000 accordi difensivi. Molti estendendo la cassa integrazione a imprese dimensionalmente e merceologicamente escluse. Altri accordi si sono raggiunti contrattando processi di ristrutturazione complessi che in centinaia di casi hanno consentito di salvaguardare siti produttivi e patrimonio professionale con strumenti come i contratti di solidariet? o le intese d?anticipo sul credito bancario. Nonostante ci? i posti perduti, quelli che si perderanno, e la crescente domanda di lavoro inevasa tra i giovani e le giovani toscane ci dicono che la sola dimensione difensiva non ? pi? sufficiente anche perch? la ripresa potrebbe non generare recupero occupazionale se non sar? affiancata dai necessari sforzi di razionalizzazione del sistema economico, facendo del problema occupazionale la priorit? del Paese.In questa difficile situazione diviene assolutamente indispensabile rilanciare gli investimenti i quali presentano il doppio vantaggio di produrre effetti nel lungo periodo in quanto contribuiscono all?innalzamento della competitivit? e nel breve periodo in quanto rappresentano comunque domanda interna.Questa, piaccia o no, ? la sfida che abbiamo davanti. Creare lavoro ? il primario obiettivo.Le nostre proposte sono sul tappeto e in queste settimane sono al vaglio delle assemblee in tutta la Toscana perch? cresca tra i lavoratori, i pensionati, i giovani la consapevolezza della fase che la CGIL ha aperto con il Piano per il Lavoro ? Una vera sfida alla crisi ?.Questa sfida non si vince da soli. Serve perci? un governo della crisi, sapendo che la crisi mondiale non lascer? nulla come prima e che servono per questo radicali scelte sul governo dell?economia, sull?unit? europea, sul concetto stesso di sviluppo.Economia verde, prodotti blu, decent work, qualificazione dell?intervento pubblico rappresentano passi convincenti per battere la recessione. Senza con ci? abbandonare le nostre manifatture. Eccellenze come la siderurgia, Finmeccanica, la KME e la Ginori sono il frutto di quell?intreccio sapiente fra cultura e tecnologia, tra innovazione e legame col territorio. Non sono il ?vecchio? da abbandonare, ma realt? da rilanciare innovando.Porre questi temi in una campagna elettorale cos sgangherata ? anche il modo di rivendicare la nostra autonomia e rifuggire da ogni populismo.˜

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