Si apre un anno con enormi incognite, fra queste, anche in Toscana, quella del lavoro.Il lavoro che c??, quello che manca, quello da difendere con equit? e crescita. Lo hanno simbolicamente indicato i presidi dei lavoratori della Beltrame, della Ginori, della RDB e dei Cantieri di Pisa.Quattro realt? disseminate in province diverse e con diverse caratteristiche produttive. Eppure, nonostante le differenze, con significativi punti in comune.Il primo ? costituito dal fatto che sono tutte medie aziende, punto di forza del modello toscano.Il secondo ? che nessuna di loro ? in difficolt? per un deficit della qualit? produttiva. Parliamo di realt? con brand affermati, vere e proprie eccellenze nel proprio campo. Alla base delle loro difficolt? ci sono invece scelte finanziarie sbagliate, se non addirittura spregiudicate e razionalizzazioni produttive fatte con scarsa lucidit? industriale.E? singolare come nessuno dei fattori competitivi che determinano le ragioni allocative di un?impresa siano alla base delle difficolt? di queste realt?.Non si chiude in Toscana per cogliere altrove migliori opportunit? infrastrutturali o per rincorrere un pi? basso costo del lavoro o un maggior utilizzo degli impianti.Non si trova altrove una pi? alta professionalit? e flessibilit? delle maestranze. Certo su alcuni di questi fattori ci sono spazi di miglioramento ma non ? questo che ci condanna, piuttosto scelte che paiono dettate da una crescente difficolt? d?accesso al credito oppure a concentrazioni industriali ispirate pi? a logiche localistiche che competitive. Il tutto condizionato da una rarefazione di alternative imprenditoriali che in Toscana paiono pi? attratte dalla rendita.Questi fattori emergono anche in molte altre vertenze che hanno riguardato e riguardano il nostro sistema manifatturiero. Tutto ci? d? sostegno alle ragioni di questi lavoratori perch? le scelte che contrastano, oltre ad essere ingiuste, sono in tutta evidenza sbagliate.Sacrosanta quindi la loro lotta.Ultimo punto in comune ? proprio quello dei lavoratori, cos lontani e diversi eppure cos uniti e simili: nei presidi si incontra certo la preoccupazione ma mai rassegnazione. Si respira la forza di un orgoglio che si fonda in primo luogo nella consapevolezza del valore del proprio lavoro.S, sono orgogliosi i lavoratori toscani perch? sanno ci? che vogliono. E sono tenaci. Ci sono presidi che vanno avanti da mesi (i Cantieri di Pisa sono in assemblea permanente da 8 mesi) e altri si accingono a farlo.Possono farlo anche perch? alle loro spalle c?? il sostegno della CGIL .Ci auguriamo che nel 2012 non ci sia pi? bisogno di dare prove come queste e che ci sia per tutti il lavoro dignitoso.Se per? crisi e ingiustizia non molleranno la presa, sar? importante che ci siano ancora persone che non si rassegnano.Il valore aggiunto del lavoro toscano ? proprio qui: nelle persone che accettano la sfida che viene dal nuovo tempo, con fiducia, cooperazione e responsabilit?.E? tempo che tutti facciano altrettanto.
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