JSW. Fiom: “Entro gennaio necessario definire gli impegni e i dettagli dell’operazione societaria”

Si è svolto questa mattina l’incontro per la vertenza JSW di Piombino con la presenza della sottosegretaria Alessia Morani.
L’incontro è servito per un puntuale aggiornamento rispetto agli impegni presi dal Governo nell’ultimo incontro anche alla luce del confronto in atto tra la proprietà e il Governo italiano. Confronto che ha come obiettivo sia l’ingresso di Invitalia nel capitale societario sia un piano industriale che preveda la realizzazione in tempi celeri di un forno elettrico per la produzione di acciaio.
La sottosegretaria ha annunciato la definizione di un accordo tra RFI e JSW per la realizzazione di rotaie per un periodo decennale per un consistente valore economico. Inoltre, è stato ribadito che un eventuale piano industriale non avrà due fasi ma una e unica fase che prevede fin da subito la costruzione del forno elettrico.
Su questo ultimo punto, Jindal ha chiesto la possibilità di un’ulteriore verifica e analisi del progetto con data ultima prevista per il 31 gennaio 2021. Verifica che dovrà essere fatta sia sul piano industriale sia sul piano finanziario e anche in ragione dell’impegno finanziario che il Governo apporterà con l’ingresso di Invitalia.
Ingresso che dovrà essere preceduto da una valutazione periziata per la stima del valore del sito industriale.
Da parte nostra pur apprezzando l’annunciato accordo con RFI che potrà consentire un parziale mantenimento delle attività produttive e di un’unica fase di realizzazione del piano industriale abbiamo sottolineato alcune riserve rispetto al protrarsi della decisione da parte di Jindal sul piano degli investimenti e nei confronti del Governo rispetto al non ancora definito piano di ingresso di Invitalia.
A questo punto è necessario che Jindal faccia tutte le valutazioni necessarie entro e non oltre il mese di gennaio e che queste si traducano in un memorandum di impegni sottoscritto con il Governo. Per quanto riguarda il Governo nello stesso periodo di tempo deve definire i dettagli dell’operazione societaria esplicitando altresì il ruolo che dovrà assumere Piombino nel piano nazionale della siderurgia italiana, grazie anche all’apporto della futura presenza pubblica.
La sottosegretaria Morani in ragione della richiesta di Jindal e delle verifiche che il governo farà anche con il ministero dell’Ambiente sul tema bonifiche ha aggiornato l’incontro per la prima settimana di febbraio.”

Jsw; Uilm: “Delusi del rinvio a gennaio del piano industriale, Jindal smetta di giocare sulla pelle di Piombino”
“Abbiamo espresso tutta la nostra delusione dopo aver appreso oggi l’ulteriore rinvio al 31 gennaio prossimo per la presentazione del piano industriale da parte di Jindal”. E’ quanto hanno dichiarato Guglielmo Gambardella e Lorenzo Fusco, rispettivamente coordinatore nazionale Uilm per la siderurgia e segretario responsabile Uilm Piombino a margine della riunione odierna con il MiSE, presenziata dal sottosegretario Alessia Morani, a cui hanno partecipato il vice presidente JSW Italy, Marco Carrai, i rappresentanti di Regione Toscana e Comune di Piombino.
“Abbiamo ricordato alle istituzioni che JSW Italy più volte si era impegnata alla presentazione del piano industriale esecutivo – sottolineano Gambardella e Fusco – Continuiamo a non comprendere la distanza fra le dichiarazioni di volontà da parte multinazionale indiana nel voler investire e la chiusura del negoziato per l’ingresso di Invitalia per la realizzazione dei progetti”.
“Ci chiediamo – esortano – come sia possibile che l’imprenditore non proceda con gli investimenti per il forno elettrico a Piombino, vista la significativa dotazione messa a disposizione dalle istituzioni per l’investimento con importanti fondi nazionali e regionali, il possibile contratto commerciale per la fornitura delle rotaie per complessivi 900 milioni di euro in dieci anni a RFI e gli eventuali 100 milioni previsti con i certificati bianchi”.
“Siamo consapevoli della complessità dell’operazione – continuano – ma Jindal smetta di giocare sulla pelle dei lavoratori e di un intero territorio perché, lo ricordiamo, l’esito della vertenza dell’ex Lucchini determina riflessi sociali ed economici per l’intera area piombinese”.
“Non possiamo attendere che si perda ulteriore tempo per il rilancio di JSW Italy in prossimità della ripresa del mercato della siderurgia prevista nel 2021 – proseguono – rischiando di arrivare tardi rispetto agli altri competitors ma soprattutto per la permanenza in cassa integrazione degli oltre 1800 lavoratori”.
“Carrai, su nostra sollecitazione, ha dichiarato di voler lavorare sulla costruzione di un Protocollo d’intesa per la formalizzazione degli impegni assunti da Jindal, a partire da quello della costruzione del forno elettrico già nella fase 1 del piano” aggiungono.
“A questo punto , auspichiamo, nel prossimo incontro con il MiSE , di poter acquisire elementi di certezza, che nella riunione odierna sono mancati, per poter intravedere una prospettiva chiara di cui siamo alla ricerca da troppi anni” concludono.

Jsw: Fim, in fase di definizione contratto con Rfi
“E’ in fase di definizione il contratto con Rfi che garantirà 10 anni di commesse per il sito di Piombino”. Lo afferma il segretario nazionale della Fim-Cisl, Valerio D’Alò, al termine dell’incontro, in videoconferenza, al Mise su Jsw Steel Italia di Piombino. “Resta tuttavia l’incertezza circa la definizione della società tra Invitalia, come soggetto pubblico, e Jindal che ad oggi esprime solo la volontà e la disponibilità nel procedere nell’operazione”, prosegue insieme a Paolo Cappelli della Fim-Cisl Piombino Livorno. “Ancora ignota anche la quota con cui lo Stato entrerà nell’operazion ee a chi apparterrà la governance, per noi elemento fondamentale. Dall’incontro odierno ci aspettavamo maggiori dettagli su questi aspetti. Il prossimo aggiornamento è previsto il 31 gennaio, data in cui dovremmo conoscere il futuro assetto societario. Come organizzazione sindacali esprimiamo forti perplessità circa le tempistiche, che non sono variabili indipendenti da ciò che intanto accade a Piombino dal punto di vista delle manutenzioni e della sicurezza degli impianti sui quali non registriamo avanzamenti in quanto, appunto, legati al capitale relativo all’ingresso dello Stato”, concludono. (ANSA).

Jsw Steel, piano tra un mese. Anselmi: “Quadro sia nitido, altrimenti cambio di strategia”
La proprietà delle acciaierie Jsw Steel di Piombino si è impegnata a mettere a punto, entro la fine di gennaio, un piano industriale puntuale che anticipi la realizzazione del forno elettrico, essenziale non solo per la far ripartire la produzione nello stabilimento ma anche per la sua conversione ecologica. “Ebbene, che si usi questo tempo per fare quello che si deve fare – commenta il consigliere regionale Gianni Anselmi, delegato dal presidente della Toscana Eugenio Giani a seguire la questione – Abbiamo bisogno di volontà chiare e irrevocabili. Dopodiché, se il 31 gennaio il quadro non sarà ancora nitido, bisognerà dal 1 febbraio pensare ad un cambio di strategia inevitabile”.
Anselmi parla dopo il confronto che c’è stato stamani tra la proprietà delle acciaierie che fanno capo alla multinazionale indiana, presente il vice presidente Marco Carrai, il Ministero allo sviluppo economico, la Regione, gli enti locali, i rappresentanti di Invitalia e i sindacati.
“L’impegno del Governo – spiega – c’è, apprezzabile, ed è stato anche stamani ribadito: con il ventilato ingresso nel capitale della società, con la commessa da 900 milioni per dieci anni di rotaie da parte di Rfi, sui certificati bianchi per l’energia. L’impegno della Regione non è mai mancato e non mancherà: sono stati ribaditi tutti gli impegni finora assunti, dai 30 milioni di euro per il forno alla risorse in campo per ricerca e formazione”. “Di più: approfittando dei fondi europei, dal Recovery Fund alla alla nuova stagione di partenariato 2021-2027 – si impegna Anselmi -, potremo ulteriormente irrobustire le politiche pubbliche e magari riscrivere l’accordo di programma. Ma serve chiarezza, per far questo, sugli intendimenti della parte privata: tocca a loro adesso fare un passo in avanti inequivocabile e definitivo che parli di innovazione, di investimenti e dei mercati a cui rivolgersi per dare prospettive”. Senza questo, ogni mossa risulta complicata.
E’ delle ultime ore la notizia del crollo di una vecchia gru da due tonnellate, fortunatamente senza conseguenze, in un’area dimessa delle acciaierie. “L’ingresso dello Stato nella società – interviene il consigliere regionale delegato – è positivo non solo per risolvere la crisi di liquidità dell’azienda ma anche per le prospettive di uno stabilimento che vogliamo rinnovato e riqualificato secondo i criteri della transizione ecologica e per tutta una serie di altre partite territoriali di carattere generale, che hanno a che fare, ad esempio, con le demolizioni e lo smantellamento delle strutture dismesse, con i rapporti con il porto, con le infrastrutture, con le bonifiche e con gli spazi che si potranno liberare”.
Piombino è il secondo polo siderurgico in Italia, dopo l’Ilva, e la sue acciaierie sono l’unica realtà italiana specializzata nella produzione di acciai lunghi, quelli usati per l’appunto per le rotaie ferroviarie e che ancora hanno un mercato. Vi lavorano tuttoggi 1.800 dipendenti diretti che, con le maestranze di altre aziende come Liberty Steel Magona e Tenaris Dalmine e con l’indotto di piccole e medie imprese e servizi industriali, fa lievitare il numero dei lavoratori almeno a quota 5000, su una popolazione della città di 34 mila residenti.
La Regione Toscana negli ultimi cinque anni ha investito qualcosa come 150 milioni di euro nell’area industriale complessa di Piombino, dapprima per l’ammodernamento del porto, che possiede ora fondali di venti metri, e poi con altri investimenti infrastrutturali ed ambientali in divenire. Cornici importanti per essere competitivi e rilanciare una produzione autonoma.
Il gruppo indiano Jindal aveva acquisito la proprietà delle acciaierie nel luglio 2018, subentrando agli algerini di Cevital che a loro volta, nel 2014, avevano rilevato lo stabilimento ex Lucchini, ribattezzato Aferpi, dai russi subentrati pochi anni prima. Il 23 aprile 2014 era stato spento l’altoforno.

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