Oggi si vive di pi ma, purtroppo, in condizioni sempre peggiori. In Italia, ben il 60% degli anziani over-64 dichiara infatti di avere difficolt economiche. Una situazione di disagio, acuita dalla crisi economica, alla quale spesso si accompagnano stili di vita ‘a rischio’. Cos, ad esempio, il 19% degli anziani ha un consumo di alcol a rischio e il 9% fuma. E’ questa l’istantanea scattata dal Rapporto ‘Passi d’argento’, realizzato dall’Istituto superiore di sanit (Iss) intervistando un campione di circa 24.000 anziani in 18 regioni italiane e la Provincia autonoma di Trento. Gli anziani, evidenzia il Rapporto, sono dunque sempre pi in difficolt e, al contempo, si allunga in Italia l’attesa di vita. L’Italia infatti il Paese in cui si vive pi a lungo in Europa, ma non tutti gli anni di vita guadagnati sono in buona salute, anzi gli indici internazionali dicono che c’ ancora molto da fare anche rispetto agli altri Paesi. Da qui l’iniziativa della rete di sorveglianza PASSI d’Argento, promossa dal ministero della Salute e coordinata dall’Iss, attiva a livello di Asl e Regioni. Questi i dati del Rapporto: – LA SALUTE DEGLI ANZIANI: circa il 60% degli intervistati dichiara di avere difficolt economiche, il 20% vive da solo, il 51% riceve aiuto nelle attivit principali della vita quotidiana. Il 9% della popolazione intervistata fuma e circa il 19% ha un consumo di alcool considerabile a rischio. Il 38% dichiara di non essere stato vaccinato contro l’influenza nell’ultima stagione. Le persone con disabilit sono in media il 16% con un gradiente Nord-Sud dal 12% al 22%. Una proporzione di circa il 14% non vede bene, una quota del 18% ha problemi di udito e un 15% di masticazione. Il 60% degli intervistati dichiara di essere iperteso. Il 64% soffre di almeno una malattia cronico-degenerativa (33% malattie cardiovascolari, 13% tumori, 20% diabete, 25% malattie respiratorie croniche). – PREVENZIONE: molte delle condizioni di rischio per la popolazione anziana, si sottolinea nel Rapporto dell’Iss, si possono contrastare con adeguate attivit di prevenzione o di cura, prevenendo opportunamente alcuni fattori di rischio e favorendo l’invecchiamento attivo. Il 75% degli intervistati dichiara infatti facilit di accesso al medico di medicina generale, mentre tale proporzione diminuisce se riferita ai servizi della propria ASL (66%). La prevenzione delle cadute, della perdita di vista e udito, il controllo della pressione arteriosa, la promozione dell’attivit fisica sono oggi perseguibili con interventi di provata efficacia. – IN EUROPA: una recente classifica mondiale sul carico di malattie nei diversi Paesi ha collocato l’Italia al secondo posto per attesa di vita, dopo il Giappone, ma al primo in Europa. Rispetto alla stessa valutazione fatta 20 anni prima, l’Italia ha scalato positivamente la classifica (eravamo terzi) a fronte di una spesa sanitaria relativamente contenuta, mentre altri importanti Paesi hanno perso terreno anche con costi maggiori. A livello europeo stato inoltre sviluppato un indicatore per misurare il grado di invecchiamento attivo ed in buona salute della popolazione oltre i 64 anni di et e secondo tale indicatore, nel 2012, l’Italia si classifica solo quindicesima (su 27). L’obiettivo della strategia europea Active and Healthy Ageing di ridurre di almeno 2 anni la disabilit che accompagna gli ultimi 10-15 anni di vita dei nostri anziani entro il 2020.(ANSA).
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