Le condizioni di vita degli italiani sono notevolmente peggiorate con la crisi, a partire dal 2007: la possibilit di ricorrere meno al welfare e di curarsi e il cibo di scarsa qualit , incidono sul bilancio demografico. Il sociologo Domenico De Masi, professore di Sociologia del lavoro all’Universit La Sapienza di Roma, dove stato preside della facolt di Scienze della comunicazione, attribuisce alla crisi e alla riduzione delle prestazioni sanitarie e del welfare i dati di oggi dell’Istat sul calo vertiginoso di residenti italiani, mai cos forte negli ultimi 90 anni, con un saldo complessivo negativo per 130.061 unit . Non c’ il mimino dubbio che i tagli alla sanit hanno avuto un effetto mortale sulle fasce pi deboli della popolazione – spiega il professore – il fiore all’occhiello dell’ Europa stato il welfare, che ha addolcito il liberalismo e quindi il divario tra ricchi e poveri. Ma il welfare stato tagliato di anno in anno, l’Italia all’avanguardia nel taglio welfare e questo penalizza molto i pi deboli. Dieci famiglie nel 2007 avevano l’equivalente della ricchezza di tre milioni e mezzo di italiani, oggi di 6 milioni di italiani. Sono raddoppiati i poveri. La povert incide fortemente sulla durata vita: mangiare in modo meno salubre, non potersi a curare, non avere l’aria condizionata o il calore necessario, causa un aumento della mortalit . L’Istat certifica quindi che siamo arrivati ai livelli del 1925, ovvero agli anni della Grande Crisi: questi dati ci riportano ad allora e sono stati registrati in quasi tutti i Paesi del mondo, questa crisi non e’ stata meno terribile di quella degli anni Trenta, solo che stavolta l’epicentro stato in Europa. Quanto agli stranieri, il Rapporto Istat evidenzia come questi tendono a passare e ad andarsene, ed essendoci una facilitazione allo spostamento, tendono a spostarsi altrove. L’anno scorso – rende noto il sociologo – dall’Italia sono emigrati quasi 7 mila laureati, ma pi sono arrivati con i barconi pi di 90 mila laureati immigrati. L’Italia non un paese appetibile per gli italiani, lo relativamente per gli stranieri che se possono andare altrove lo fanno. D’altra parte il Pil in Italia di 34 mila euro procapite, molto meno quello degli stranieri. Un povero italiano molto meno povero di un nigeriano; sotto questo punto di vista, la distinzione tra migrante politico e migrante economico crudele, chi scappa dalla fame come chi scappa dalla guerra. Infine l’et media, che in Italia di 44,7 anni. Siamo quarti nel mondo per et media su 196 Paesi: abbiamo un’et media molto alta rispetto al resto del mondo, conclude il docente. (ANSA).
18 2 minuti di lettura