Istat, Gen-Set 2020, calati del 68,6% turisti stranieri. Anche gli italiani viaggiano meno

Crollate le presenze di stranieri nelle città d’arte (-73.2%)
Profondo rosso nei dati Istat sul Movimento turistico in Italia nei primi tre trimestri del 2020: calano del 68,6% le presenze di turisti stranieri (erano 190 milioni nel 2019).
Molto danneggiate le grandi città d’arte che registrano un crollo del 73,2% delle presenze mentre nel 2019 erano state circa un quinto delle presenze totali. Diminuiscono drasticamente i viaggi degli italiani per motivi di lavoro (-59%) e, in misura minore ma comunque ampia, quelli per vacanze  (-23%). Meno della metà (46%) le presenze nelle strutture alberghiere.

ISTAT_REPORT_TURISMO_GEN-SET 2020

 

Istat certifica crollo turismo, città arte, hotel

Stranieri e italiani non viaggiano, in picchiata viaggi business

In una giornata in cui si è parlato molto degli aiuti stanziati dal governo – 11 miliardi per turismo e cultura – e in cui tutte le associazioni e gli operatori del settore che fino all’anno scorso valeva il 13% del pil hanno lanciato il loro grido di preoccupazione e dolore (“stiamo morendo nel silenzio”), arriva la fotografia impietosa dell’Istat a “certificare” quanto la crisi sia profonda e duratura. La pandemia ha frenato il turismo in tutto il mondo e nei primi 8 mesi del 2020 le notti trascorse nelle strutture ricettive nell’Ue sono state circa 1,1 miliardi (stime Eurostat) con un calo di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. I dati provvisori dell’Italia relativi ai primi nove mesi dell’anno forniti dall’Istat sono in linea con il trend europeo (-50,9% sul 2019, con quasi 192 milioni di presenze in meno). Il comparto alberghiero è quello in maggiore sofferenza: le presenze registrate nei primi nove mesi del 2020 sono meno della metà (il 46%) di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extra-alberghiero il 54,4%. Calano del 68,6% le presenze di turisti stranieri (erano 190 milioni nel 2019). Dei turisti stranieri presenti nel trimestre estivo del 2020, quasi la metà (47,4%) è rappresentata dai tedeschi (storicamente i principali clienti esteri delle strutture ricettive italiane); seguono i clienti provenienti da Svizzera e Liechtenstein (con una quota dell’8,6%), Paesi Bassi (8,0%), Austria (6,8%) e Francia (5,6%). Praticamente nulle le presenze dei clienti provenienti dagli Stati Uniti (0,7%) che erano una delle prime tre nazionalità di provenienza della clientela estera. Molto danneggiate le grandi città d’arte che registrano un crollo del 73,2% delle presenze, mentre nel 2019 erano state circa un quinto delle presenze totali. A livello territoriale le flessioni più consistenti delle presenze hanno interessato di più le Isole (-62,7% rispetto all’anno precedente) e le regioni del Nord-ovest (-61,9%); solo la ripartizione del Nord-est registra una variazione che, sebbene anch’essa molto consistente (-45,7%), risulta meno ampia di quella media nazionale (-50,9%). Dalle prime stime effettuate a livello regionale, risulta che le flessioni del numero di presenze siano maggiori, rispetto allo stesso periodo del 2019, nel Lazio (-73,6%), in Campania (-72,2%) e in Liguria (-71,9%). Diminuiscono drasticamente i viaggi degli italiani per motivi di lavoro (-59%) e, in misura minore ma comunque ampia, quelli per vacanze (-23%). Quanto al solo periodo estivo luglio-settembre l’Istat registra un -74,2 milioni di presenze e quelle negli esercizi ricettivi sono complessivamente il 63,9% rispetto all’anno precedente. Il calo è dovuto soprattutto alle presenze dei clienti stranieri, sono soltanto il 39,7% rispetto allo stesso trimestre del 2019; per i clienti italiani sono l’86,2%. (ANSA).

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