ISTAT: FAMIGLIE IN CRISI, CALANO POTERE ACQUISTO E PROPENSIONE RISPARMIO

Le famiglie italiane sono ancora in ginocchio per la crisi economica che ha colpito il paese. Nel 2010 e’ tornato a crescere il loro reddito disponibile (+1 per cento), dopo la flessione del 3,1 per cento registrata nel 2009, ma, considerando la variazione dei prezzi, il potere d’acquisto ha subito una ulteriore riduzione dello 0,5 per cento (-3,1 per cento nel 2009). In calo anche la propensione al risparmio delle famiglie, che si e’ attestata al 9,1 per cento, il valore piu’ basso dal 1990, 1,4 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale sulla situazione del Paese nel 2010 diffuso oggi dall’Istat, sulla situazione delle famiglie del Belpaese. Se sono aumentati dell’1% i redditi da lavoro dipendente (erano diminuiti dell’1,3 per cento nel 2009), i redditi netti da capitale sono scesi del 5,8 per cento, dopo la caduta del 35,4 per cento del 2009 e il reddito da lavoro autonomo e dalla gestione delle piccole imprese e’ risultato in calo dello 0,7 per cento (-0,2 per cento nel 2009).Le prestazioni sociali in denaro delle Amministrazioni pubbliche sono cresciute del 2,3 per cento, quelle assistenziali in denaro sono invece scese del 5,8 per cento rispetto al 2009, anno di erogazione del bonus straordinario di 1,5 miliardi di euro destinato al finanziamento delle famiglie a basso reddito. E ancora: in aumento dal 2000, con l’eccezione del 2009, le imposte correnti a carico delle famiglie. Nel 2010 la crescita e’ stata pari al 2,2 per cento, a sintesi dell’aumento del gettito Irpef (4,2 per cento) e della contrazione delle imposte sui redditi da capitale (-40,3 per cento). La regolarizzazione o il rimpatrio di attivita’ finanziarie e patrimoniali detenute all’estero e’ proseguita per 600 milioni di euro, che si sono aggiunti ai 5 miliardi del 2009. In tutto questo, la deprivazione materiale delle famiglie e’ rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2009 (15,7 per cento sul totale delle famiglie) ed e’ grave per quasi la meta’ delle famiglie interessate; e’ piu’ diffusa tra le famiglie con cinque o piu’ componenti (25,3 per cento), con tre o piu’ figli (25,6 per cento) e tra quelle che vivono in affitto (33,3 per cento). La percentuale di famiglie materialmente deprivate sale al 26,0 per cento nel Mezzogiorno e scende al 9,7 al Nord. Quando la perdita dell’occupazione (2009) ha riguardato un uomo genitore o coniugepartner, la probabilita’ di trovarsi in condizioni di deprivazione materiale e’ salita al 36,5 per cento dal 28,5 per cento osservato l’anno precedente, prima di perdere il lavoro. La crisi ha costretto le famiglie a risparmiare meno nel 19,1 per cento dei casi, e a intaccare il proprio patrimonio o a indebitarsi (16,2 per cento) per mantenere stabile il tenore di vita. Ma, nonostante tutto, anche nel 2010 la famiglia ha svolto il ruolo di ammortizzatore sociale nei confronti dei giovani, affiancandosi alla cassa integrazione che ha sostenuto una larga quota di adulti con figli. Per quanto riguarda il reddito disponibile delle famiglie, questo si concentra per il 53% nelle regioni del Nord, per il 26% nel Mezzogiorno e per il restante 21% nel Centro. ASCA

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