Istat, contratto scaduto per 10 mln di lavoratori

Il sistema di relazioni industriali “si trova ad affrontare una stagione contrattuale decisamente straordinaria”. Sono oltre 10 milioni, nella primavera del 2020, i lavoratori con il contratto scaduto. I negoziati che si apriranno risentiranno di condizioni difficili per via dell’impatto dell’emergenza Coronavirus sul sistema delle imprese. E’ quanto emerge dal rapporto annuale dell’Istat.

Ai circa 5,5 milioni di dipendenti con il contratto scaduto a fine 2019, se ne sono aggiunti quasi altrettanti da inizio 2020. A fine aprile erano in attesa di rinnovo circa otto dipendenti su dieci: quasi i tre quarti dei dipendenti del settore privato (rispettivamente il 72 e l`82 per cento dei dipendenti dell`industria e dei servizi) e tutti i pubblici dipendenti. Nel corso di quest`anno il contratto scadrà per un altro 6 per cento dei dipendenti.

L’Istat, nel rapporto, osserva che “le negoziazioni per i rinnovi contrattuali – che già coinvolgono una quota di contratti e di dipendenti particolarmente elevata – risentiranno nei prossimi mesi di condizioni rese eccezionalmente difficili dall’emergenza sanitaria, che impatta pesantemente sia sull`attività economica, sia sulle prospettive future, rese ora molto incerte”.

Questo si traduce in un “impegno straordinario per le parti sociali chiamate, da un lato, alla stesura di accordi per l”adozione di misure idonee a garantire lo svolgimento in sicurezza delle attività produttive, e dall`altro, a rinnovare gli accordi tenendo conto della sostenibilità dei costi dei rinnovi contrattuali, specialmente in alcuni settori particolarmente colpiti dalla crisi, e della necessità di una revisione della parte normativa relativa alla flessibilità della prestazione lavorativa, dell”orario di lavoro e del lavoro agile”.

I contratti scaduti che riguardano il maggior numero di dipendenti nel comparto industriale sono quelli della metalmeccanica, dell`alimentare, del legno-arredo e della gomma e plastica. In tutti i casi, l”erosione della retribuzione reale (misurata tramite la dinamica dell`indice dei prezzi al consumo) è sinora minima, grazie a un”inflazione molto moderata. In attesa della riapertura della trattativa per il rinnovo del Ccnl, per gli addetti dell`industria alimentare, che hanno garantito nel periodo di emergenza la continuità produttiva, nel mese di maggio sono stati stipulati accordi separati con le associazioni di settore, nel corso di una trattativa a tavoli separati dovuta alla rottura dell”unitarietà della parte datoriale. Il contratto scaduto da più tempo nel comparto industriale è quello delle grafiche-editoriali – oltre quattro anni – che regola l`attività di oltre 92 mila dipendenti per i quali si osserva una perdita di potere d`acquisto pari al 3 per cento.

Tra i contratti scaduti del settore dei servizi privati che interessano 4,1 milioni di dipendenti, quelli con un maggior numero di lavoratori sono: commercio, logistica, attività socio-assistenziali. Le situazioni più critiche riguardano i dipendenti della sanità privata che hanno il contratto scaduto da oltre 12 anni, con un”erosione del potere d`acquisto del 17 per cento e quelli delle farmacie private che attendono il rinnovo da più di sette anni (- 4,5 per cento sul potere d`acquisto). La situazione è difficile anche per i dipendenti dei servizi di vigilanza e delle pulizie locali il cui contratto è scaduto da alcuni anni, con un effetto di erosione del 3,0 per cento e del 4,2 per cento; per entrambi questi contratti la retribuzione contrattuale è sensibilmente inferiore a quella media (l”indicatore presentato rapporta la retribuzione media annua contrattuale di comparto a quella dell”intera economia).

Per tutti i dipendenti del comparto pubblico il contratto è scaduto dalla fine del 2018; per la Presidenza del consiglio e i dirigenti delle Regioni e autonomie locali si attende ancora la chiusura del contratto 2016-2018.
TN da ildiariodellavoro.it

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