Istat: Cgil, dati drammatici, imperativo è confermare misure di protezione sociale

“L’emergenza sanitaria in atto da più di un anno porta il suo conto sul fronte dell’occupazione. I dati diffusi oggi dall’Istat, alcuni dei quali drammatici, dovrebbero convincere anche i più scettici della necessità di prorogare le misure speciali di ammortizzatori sociali e del blocco dei licenziamenti se non si vuole imboccare una via di non ritorno per il nostro Paese”. È quanto dichiara la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti.
La dirigente sindacale sottolinea in primis “il calo degli occupati del 2,2%, pari a 945.000 unità in meno divise tra dipendenti (-590.000) e autonomi (-355.000). Un dato drammatico che rende del tutto insignificante il fatto che l’occupazione nei primi due mesi del 2021 sia rimasta sostanzialmente stabile, -0,1% e pari al 56,5%”. Scacchetti evidenzia poi “l’aumento del tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni, +2,6 punti su febbraio 2020, arrivato al 31,6%, come a metà 2018, mentre gli occupati risultano essere 919.000, il 15,7% del totale come per il dato medio del 2015”. Ma “forse ancor più grave è il dato riferito al tasso di inattività, che tra i 15 e i 64 anni è salito al 37% (+2,1 punti rispetto a febbraio, per un aumento di 717.000), con un totale di 14.084.000 inattivi che ci riporta ai dati di metà 2016”.
“Nella consapevolezza che il Piano nazionale dei vaccini non produrrà nel breve termine un rimedio a tali dati – sostiene Scacchetti – occorre uno sforzo di solidarietà nazionale che metta in campo tutte le risorse possibili per fermare queste emorragie. Serve un nuovo e importante impegno da parte del Governo affinché non ci si trovi letteralmente disarmati all’arrivo delle risorse europee”. Per questo, conclude, “confermare oggi e fino all’uscita della fase pandemica tutte le misure di protezione sociale è il vero imperativo.
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ISTAT, A FEBBRAIO 945MILA OCCUPATI IN MENO IN UN ANNO  IL TASSO DI OCCUPAZIONE AL 56,5%, STABILITÀ SU GENNAIO
A febbraio gli occupati erano 22.197.000, cioè 945.000 in meno rispetto a febbraio 2020.
Lo rileva l’Istat spiegando che rispetto a gennaio si è registrata una sostanziale stabilità
(+6.000).
“Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione registrate da inizio pandemia fino a gennaio 2021 hanno determinato un crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020
(-4,1% pari a -945.000 unità).
La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590.000) e autonomi (-355.000) e ogni classe d’età. L’occupazione scende del 2,2% toccando il 56,5%.
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Occupati_disoccupati_FEBBRAIO_2021

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