Istat: istruzione, alto il divario territoriale in Italia. Cgil, rafforzare formazione permanente

“Cresce il divario tra i livelli d’istruzione italiani ed europei, resta alta la quota di giovani che abbandona gli studi, e si amplia il divario territoriale tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. È un quadro emergenziale quello delineato quest’oggi dall’Istat, un quadro che rende evidente quali siano le misure da attuare con urgenza: innalzare l’obbligo scolastico e mettere in campo un sistema di formazione permanente che consenta a tutti di continuare ad apprendere e ad ampliare le conoscenze, le capacità e le competenze”. Ad affermarlo, in una nota, la Cgil Nazionale.
Per il sindacato di corso d’Italia: “Se davvero l’istruzione è considerata centrale in Italia, come affermato al termine della Cabina di regia di ieri dal Presidente del Consiglio Draghi e dal Ministro dell’Istruzione Bianchi, dobbiamo far sì che le risorse stanziate dal Piano di ripresa e resilienza, tra cui 17 miliardi per la scuola e 6 per la ricerca, si trasformino subito in investimenti per fronteggiare questa emergenza. Occorre – ribadisce in conclusione la Cgil – ridurre i divari territoriali e abbassare drasticamente i livelli dell’abbandono scolastico”.
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Istat: istruzione, alto il divario territoriale, più bassa al Sud Al centro la percentuale più alta di laureati
La popolazione residente nel Mezzogiorno è meno istruita rispetto a quella nel Centro-nord: il 38,5% degli adulti ha il diploma di scuola secondaria superiore e solo il 16,2% ha raggiunto un titolo terziario. Nel Nord e nel Centro circa il 45% è diplomato e più di uno su cinque è laureato (21,3% e 24,2% rispettivamente nel Nord e nel Centro). Il divario territoriale nei livelli di istruzione è indipendente dal genere, sebbene più marcato per la componente femminile. Il report Istat sui livelli di istruzione evidenzia come resti alto il divario territoriale in questo campo. Nel 2020 le differenze territoriali nei livelli di istruzione sono del tutto simili a quelle dei due anni precedenti, sia per gli uomini che per le donne. Il divario territoriale resta dunque pressoché immutato per due anni consecutivi, mentre nel decennio 2008-2018 aveva registrato un aumento, in particolare tra la popolazione con titolo terziario. I livelli di istruzione crescono in misura piuttosto simile nelle ripartizioni geografiche: la popolazione con almeno il diploma aumenta di +0,8 punti nel Nord, di +0,4 nel Centro e di +0,7 punti nel Mezzogiorno; stessa dinamica per la popolazione laureata che cresce rispettivamente di +0,6, +0,5 e +0,4 punti.
Intanto cresce ancora il divario dell’Ialia con il resto d’Europa. Nel nostro Paese, solo il 20,1% della popolazione (di 25-64 anni) possiede una laurea contro il 32,8% nell’Ue, 12,7 punti percentuali di distanza.

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