Intervista a Marigolli: il Congresso CGIL e altre cose?

Intervista a Marigolli: il Congresso CGIL e altre cose?E? appena finito il Congresso della CGIL, ? successo qualcosa di veramente importante?Il Congresso si ? concluso con un documento votato a maggioranza ed ? stata votata anche una modifica allo Statuto che stabilisce come una decisione di carattere confederale, una volta assunta dal Direttivo Nazionale CGIL, non potr? essere nuovamente rimessa in votazione dagli organismi dirigenti delle Federazioni di Categoria. Questo ? stato in realt? il Centro della discussione congressuale: il fatto che esiste realmente una sola CGIL, che parla con una sola voce (dopo aver naturalmente discusso in maniera democratica al proprio interno).Solo questo?In realt? una questione di orientamento politico sta dietro a questa impostazione metodologica: quella dei rapporti con CISL e UIL. Tutta la CGIL resta cosciente della grave ferita prodotta dall?accordo separato, ma esistono due diverse visioni; la nostra (quella di Epifani cio?) ? che il dibattito fra di noi non pu? restare fermo qui, che bisogna provare a ricostruire un terreno di regole accettate da tutti, che sul modello contrattuale si pu? provare a ripartire dai contratti firmati unitariamente, i quali hanno di fatto superato il concetto di depurare dall?inflazione importate il calcolo degli aumenti contrattuali. In nessun CCNL poi ? stata ammessa la deroga in peius dei portati contrattuali. Lo stesso Bonanni ha fatto delle aperture sulla questione delle regole che noi dobbiamo verificare in positivo. Il concetto comune potrebbe essere che una fase di crisi affrontata con i sindacati divisi porta ad una sconfitta per tutti.Il Congresso si inserisce in una situazione di particolare gravit?, con un Governo che non appare in grado di offrire risposte adeguate. Il centrosinistra sta dando una risposta valida?Dire che la situazione ? grave diventa un eufemismo. In realt? possiamo definirla drammatica, senza dubbio di esagerare. Il rischio di fallimento di un paese che mette alle corde l?Europa, con l?Euro sotto attacco della speculazione internazionale ed il rischio, di fatto, che un modello sociale, come quello europeo, che ha raggiunto il compromesso di maggior livello nei rapporti fra capitale e lavoro, venga travolto e soccomba lasciando spazio nel mondo solo al liberismo puro. Le conseguenze che potrebbero esserci per lavoratori e pensionati sono facili da immaginare. La prima risposta data nella notte, in un clima di assoluta emergenza, ? valida dando anche l?idea che l?Europa finalmente si ? mossa come un vero corpo unico. Ma dopo questo occorre imporre nell?agenda politica a livello mondiale una discussione sulle regole della finanza e sullo spazio che le ? stato lascato anche attraverso le tassazioni di favore.Ma il centrosinistra cosa sta facendo? E cosa dovrebbe fare secondo te?Secondo alcune ricerche sul voto, solo poco pi? del 20% degli elettori del PD sono operai. Nell?estrema sinistra meno del 5%. Nella Lega invece arrivano al 30% circa. E? chiaro che occorre una politica che torni a guardare ai ceti popolari, non solo gli operai, ma anche questi, quelli che ancora, in un Paese a prevalenza industriale, sono la base della forza produttiva. Soprattutto i partiti eredi della tradizione della sinistra, non possono rinunciare a recuperare questo loro ruolo nazionale.Per andare in questa direzione ? necessario recuperare un?identit? intorno a certi valori fondativi, di cui il lavoro non pu? essere elemento secondario od accessorio. Quando vedo che sindaci eletti dal centrosinistra sono in prima linea per aprire i negozi il 1? maggio vi leggo qualcosa che mi fa molto male: quale cultura ha il centrosinistra oggi, se queste ne sono le sue espressioni? Il 1? maggio, e il valore del lavoro, dei lavoratori, di cui ? espressione simbolica, hanno ancora un valore dentro il centrosinistra oppure anche il lavoro ? un concetto superato e siamo tutti figli del consumo?Allora anche il CentroSinistra si deve considerare un elemento superato?Assolutamente no! Il Centrosinistra deve recuperare un proprio radicamento sociale, in una democrazia rappresentativa lo strumento Partito ? ancora essenziale per il funzionamento corretto del sistema democratico nel suo complesso, per i rapporti fra cittadini e istituzioni. Il sistema demagogico (nesso diretto, senza mediazioni, fra leader e popolo) ? adatto alla destra, e infatti Berlusconi lo sostiene e ci vince, ma non ? un modello a cui la sinistra si pu? ispirare. A noi serve un Partito con delle regole certe, con una corretta vita democratica al proprio interno, che abbia una propria fisionomia e sappia guardare sufficientemente lontano, prendendosi i tempi necessari per recuperare. Solo ricostruendo un blocco sociale di riferimento, che abbia nel lavoro (non solo dipendente) il proprio legame costitutivo, si potr? sfidare il centrodestra con una probabilit? di vittoria.In questo io credo e per questo intendo lavorare.˜

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