Inps: Cgil, dati indicano che bisogna dare continuità a misure di protezione lavoro

“Senza la cassa Covid e il blocco dei licenziamenti, che ci consentono di leggere l’unico dato positivo ossia il calo delle cessazioni dei rapporti di lavoro, avremmo dati ancora più drammatici”. Così la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti commenta le rilevazioni dell’Inps di oggi, e aggiunge: “bisogna dare quindi continuità alle misure di protezione del lavoro”.
Da quanto diffuso dall’Istituto nazionale di previdenza sociale, Sacchetti evidenzia alcuni dati: “Sono oltre 650 mila in meno i rapporti di lavoro attivati nel 2020 rispetto al 2019, 30% in meno le assunzioni, crollano soprattutto tempi determinati, somministrazione e prestazioni occasionali. Drammatico anche il dato riferito ai lavoratori indipendenti”. Inoltre, prosegue nell’analisi la dirigente sindacale, “sono 4,2 miliardi le ore di cassa Covid autorizzate al 31 gennaio e, anche se si vede un decremento dell’utilizzo in quel mese, siamo ancora in una situazione di grande incertezza sulle prospettive future”.
Per Scacchetti occorre intervenire subito su più fronti. “Innanzitutto – sostiene – è necessario dare continuità alle misure di protezione del lavoro, dal rifinanziamento della cassa Covid alla proroga del blocco dei licenziamenti e ad una indennità per tutti i lavoratori non coperti dagli ammortizzatori; e allungare la copertura per i lavoratori che terminano la Naspi e la Discoll”. “Come discusso anche nel primo incontro con il ministro Orlando – prosegue la segretaria confederale della Cgil – bisogna avviare la discussione per la costruzione di un sistema di ammortizzatori sociali universale e inclusivo, fortemente collegato allo sviluppo delle politiche attive e con un ruolo centrale della formazione, poiché l’innalzamento dei livelli di istruzione, il diritto alla formazione permanente e la valorizzazione delle competenze sono decisivi nel mondo che cambia”.
“Non ultimo – aggiunge Scacchetti in conclusione – occorre condizionare le scelte di investimenti all’incremento dell’occupazione di qualità, che guardi soprattutto a giovani e donne e che deve vedere da subito scelte orientate alla generazione di nuove occasioni di lavoro”.
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Inps, nel 2020 persi 664 mila posti di lavoro. Crollo anche degli occasionali. Le cifre sul lavoro in Italia nel primo anno della pandemia

Il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro a novembre 2020, ovvero la differenza tra quelli registrati nel mese rispetto a quelli di novembre 2019, e’ negativo per 664.000 unita’. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato. Il saldo, si legge, “in progressiva flessione gia’ nel corso della seconda meta’ del 2019, e’ divenuto negativo a febbraio (-28.000) ed e’ drasticamente peggiorato a causa della caduta dell’attivita’ produttiva conseguente alla pandemia da Covid-19 a marzo (-284.000) e ancor di piu’ ad aprile (-623.000). La dinamica negativa e’ proseguita, seppur con un ritmo in progressivo rallentamento, raggiungendo il valore massimo a giugno (-813.000). A luglio si e’ avviata un’inversione di tendenza (-760.000) proseguita nei mesi successivi. A novembre il saldo annualizzato risulta pari a -664.000”.

Inps: con blocco licenziamenti -20% cessazioni in 11 mesi
Nel corso dei primi undici mesi del 2020 le cessazioni nel complesso sono state 5.051.000, in forte diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-20%). E’ quanto emerge dall’Osservatorio Inps sul precariato secondo cui tale diminuzione e’ stata particolarmente accentuata nel periodo marzo-novembre per i contratti a tempo indeterminato e di apprendistato (rispettivamente -29% e -30% sull’analogo periodo del 2019) per effetto anche dell’introduzione, il 17 marzo con il dl Cura Italia e la successiva riconferma con il dl Rilancio del divieto di licenziamento per ragioni economiche, riconfermato anche dal dl Agosto, con qualche marginale attenuazione (in particolare viene consentito il licenziamento in caso di cessazione dell’azienda).

Inps: -30% assunzioni in primi 11 mesi 2020
Nel corso dei primi undici mesi del 2020 le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati sono state 4.755.000, registrando una forte contrazione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-30%) dovuta agli effetti legati all’emergenza da Covid-19 che ha determinato sia una caduta della produzione che dei consumi. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato. Questa contrazione e’ stata particolarmente negativa nel mese di aprile (-83%), e si e’ via via attenuata scendendo a ottobre sotto il 20%. A novembre, con l’adozione di nuove misure restrittive nazionali e regionali, si e’ registrato un aumento della contrazione (-26%). Il calo ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, risultando piu’ accentuato per le assunzioni con contratti di lavoro a termine. Le trasformazioni da tempo determinato nel periodo gennaio-novembre 2020 sono risultate 460.000, anch’esse in flessione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-31%; -29% per il mese di novembre); e’ pero’ da ricordare che, nel corso del 2019, il volume delle trasformazioni era risultato eccezionalmente elevato (713.000) anche per effetto delle modifiche normative dovute al “Decreto dignita’”. Le conferme di rapporti di apprendistato giunti alla conclusione del periodo formativo risultano per il periodo gennaio-novembre 2020 in crescita (+10% sul corrispondente periodo 2019).

Inps: a novembre crollo prestazioni occasionali, -34% su anno
Il Covid-19 ha determinato anche la contrazione dei lavoratori impiegati con Contratti di Prestazione Occasionale (CPO): ad aprile essa risultava pari al -78%; nei mesi successivi si e’ progressivamente attenuata fino al -34% di novembre (11.600 lavoratori impegnati contro 17.800 a novembre 2019). L’importo medio mensile lordo della remunerazione effettiva risulta a novembre pari a 255 euro, in crescita rispetto all’anno precedente. Lo rileva l’Inps nell’Osservatorio sul precariato. Per quanto attiene ai lavoratori pagati con i titoli del Libretto Famiglia (LF), a novembre 2020 essi risultano essere circa 12.800, riportandosi sui livelli precedenti all’inizio della pandemia (erano 8.900 a novembre 2019). Tra marzo e agosto 2020 si era registrato uno sviluppo enorme dell’utilizzo del Libretto Famiglia (a giugno i lavoratori interessati erano stati piu’ di 310.000) da ricondurre all’introduzione del bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting previsto dall’articolo 23 comma 8 del DL n. 18/2020 (decreto “Cura Italia”) e dall’articolo 72 del DL n. 34/2020 (decreto “Rilancio”), pagati con titoli del libretto famiglia. Anche l’importo medio mensile lordo della remunerazione di questi lavoratori e’ tornato ai livelli precedenti la pandemia (178 euro a novembre 2020 contro 172 euro a novembre 2019) mentre nel periodo tra marzo e agosto oscillava tra i 500-600 euro.

 

 

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