Recuperare competitivit ora una sfida del paese da prendere in considerazione. Forse ancora pi importante dello spread. Il premier Mario Monti sintetizza cos le intenzioni del governo che ha iniziato un giro di tavoli con le parti sociali sul tema della crescita. Oggi, 11 settembre, il secondo round con i sindacati (dopo il primo con banche e imprese dello scorso 5 settembre).Ci vediamo in un momento carico di tensioni e di preoccupazioni, vorremmo ragionare con voi di produttivit come uno degli elementi essenziali della crescita e dell’occupazione. Siamo in una fase molta dura della vita del Paese, ma inevitabile per il risanamento. Cos ha detto il presidente del Consiglio ai presenti. La strada da lui tracciata questa: No alla moderazione salariale, modernizzare le relazioni industriali per affrontare lo spread di produttivit .Per l’esecutivo c’erano anche i ministri Corrado Passera (sua la delega a seguire questo negoziato), Elsa Fornero e Vittorio Grilli e i sottosegretari Antonio Catrical e Michel Martone. Per i sindacati hanno partecipato i segretari di Cgil, Cisl, e Ugl Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Giovanni Centrella. Assente il leader Uil Luigi Angeletti, sostituito dal capo delegazione Antonio Foccillo.CGIL, LA CRESCITA NON DIPENDE DALLE PARTI SOCIALI. La crescita non pu dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttivit aziendale. Servono interventi sulla produttivit di sistema, politiche industriali ed energetiche da parte del governo. Cos Susanna Camusso critica l’impostazione proposta dal governo. Sulla produttivit – ha detto – incide il problema della dimensione delle nostre aziende. Servono, inoltre, nuove norme sulla legalit e sulla corruzione. Camusso sottolinea infine che le parti sociali possono fare la loro parte ripartendo dall’accordo del 28 giugno 2011, estendendolo ed applicandolo nei rinnovi contrattuali. Infine serve ridare fiducia alle persone cominciando con la detassazione delle tredicesime con le risorse recuperate dalla lotta all’evasione.CISL: OK PI? PRODUTTIVIT? MA I SALARI DEVONO AUMENTARE. Siamo disposti a lavorare insieme sugli elementi che ostacolano la maggiore produttivit per alzare i salari. Ma il governo deve detassare proprio gli accordi di produttivita’ ripristinando gli sgravi fiscali. Cos il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. Inoltre, si pu agire anche con una detassazione straordinaria per i nuovi investimenti. La drammatica crisi dell’Alcoa dimostra i ritardi accumulati in questi anni sui fattori di sviluppo. E’ positivo che ora il governo voglia affrontare questo tema dopo lunghi anni di disattenzione. Le grandi sfide si affrontano con la cooperazione. I salari sono bassi per le troppe tasse e per la scarsa produttivita’ di sistema. Il nodo questo.UIL: MENO TASSE SUI SALARI. Di fronte ad una richiesta cos pressante del governo, noi siamo disponibili a trovare soluzioni ulteriori, ma le parti sociali hanno gi modificato la struttura della contrattazione e del salario. Noi pensiamo, in realt , che la crescita passi anche attraverso una detassazione dei salari e delle pensioni, a partire dalla detassazione dei premi di produttivi : ci favorirebbe la ripresa dei consumi. A dirlo Antonio Foccillo. Ci vogliono infine interventi sull’occupazione, per evitare un preoccupante autunno caldo.UGL: PARLIAMO DI PRODUTTIVIT? MA SALARI PI? PESANTI. Parlare di produttivit si pu, ma occorre riportare soldi in tasca ai lavoratori perche’ altrimenti si contraggono i consumi e quindi l’occupazione. Queste le parole di Giovanni Centrella. L’Ugl d la propria disponibilit affinch si possa avviare una serie di confronti con il governo. Tutti abbiamo una parte di responsabilit per evitare il declino della nazione, l’incontro di oggi per noi rappresenta il primo passo per superare la crisi.da rassegna.it
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